Ora è ufficiale: Sarah Palin era un bluff. E sta crollando inesorabilmente. Meno male che non è vicepresidente. Meno male che non diventerà mai presidente, perché quel che sta accadendo in queste ore pone termine alla sua carriera politica. Sarah avrebbe deciso di divorziare e di trasferirsi nel Montana. Lo scrive l’AlaskaReport che, l’anno scorso di questi tempi fu il primo ad annunciare la sua candidatura al fianco del repubblicano John McCain e, sebbene la sua portavoce si sia affrettata a smentire con un messaggio su Facebook, gli indizi sono inequivocabili.
Da due settimane non porta più al dito l’anello nuziale. E non parla più a suo marito, l’aitante Todd. Quando, la settimana scorsa, ha annunciato le dimissioni da governatore non lo ha citato nemmeno una volta, non lo ha degnato nemmeno di uno sguardo. E alla fine della conferenza sono saliti sue due automobili diverse. Lei è andata a destra, lui a sinistra. Le loro strade non si incontreranno più se non davanti a un giudice per stabilire i termini del divorzio, che per una fondamentalista cristiana come Sarah è devastante, più dei tanti scandali politici che hanno minato la sua popolarità, inducendola alle dimissioni in anticipo rispetto alla fine naturale del mandato. Colei che veniva considerata come una grande innovatrice, un’eroina dell’anti-politica, è accusata di oltre venti violazioni etiche, alcune gravissime, da parte e del suo stesso partito.
Ma, soprattutto, non può più presentarsi come la paladina di una destra integralista che mette al centro del discorso politico i valori religiosi, sbandando spesso nel fanatismo. Sarah è nata cattolica, ma poi è diventata pentecostale convinta e dal 2002 evangelica. Come governatrice dell’Alaska, ha sostenuto la proclamazione di una Settimana della tradizione cristiana, si è detta favorevole all’introduzione della dottrina del creazionismo nelle scuole, accanto alla tesi evoluzionista. Su YouTube ci sono dei filmati in cui la Palin definisce l’intervento militare in Irak e il sacrificio dei soldati «un piano di Dio». E naturalmente era contraria al divorzio, alle scappatelle, pensava che i giovani non dovessero avere rapporti prematrimoniali. Predicava la coerenza e portava la sua storia personale come esempio: benché da giovane fosse stata Miss Alaska, non aveva conosciuto altro uomo, biblicamente parlando, al di fuori di Todd, che aveva incontrato al liceo, e insieme avevano avuto cinque figli; l’ultimo Trig, nato nell’aprile del 2008, affetto dalla sindrome di Down. Prima di partorire fu messa al corrente della disfunzione genetica della creatura che portava in grembo, ma si rifiutò di abortire: «È un dono del signore e lo accettiamo così».
Ammirevole, tenace, entusiasta Sarah. Supermadre, supermoglie e politica di successo, nel tempo libero amava andare a caccia, o a sparare al poligono, perché, come tutti i fondamentalisti, era «pro gun» ovvero favorevole al libero commercio delle armi, di tutte le armi; anche dei mitragliatori d’assalto con cui si faceva fotografare volentieri. Una cristiana dal grilletto facile, tradizionalista sui valori, spietata carrierista nella vita di tutti i giorni, a dispetto di vistosi limiti intellettuali e culturali. Memorabile la battuta che pronunciò per confutare i dubbi sulle sue competenze di politica estera («Conosco la Russia perché la vedo dalle finestre del mio ufficio in Alaska») fece epoca; così come la prima intervista a ruota libera in cui apparve incredibilmente sciocca. Poi iniziò il declino, proprio sui temi religiosi. In campagna elettorale si scoprì che Bristol, la figlia 17enne, era stata messa incinta da un ragazzo qualunque e furono organizzate nozze riparatrici, ma i due divorziarono poche settimane dopo la nascita del pargoletto.
Circolarono voci sulla stessa Sarah, che sarebbe stata l’amante del socio d’affari del marito, ma furono smentite.
Ora riemergono prepotentemente. Altro che matrimonio esemplare, la loro storia sarebbe stata costellata da continui tradimenti reciproci. Il disegno divino dei Palin non era perfetto e i conservatori cristiani devono cercare un’altra icona.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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