Valanghe, weekend nero in montagna: 8 morti

E' morta anche Rita Broggi, l'escursionista coinvolta in un incidente avvenuto ieri nel Comasco. Resta alto l'allarme in tutto l'Arco alpino e sull'Appennino. La Protezione civile propone il carcere per i responsabili di valanghe che causano vittime. Sei d'accordo? VOTA

Valanghe, weekend nero in montagna: 8 morti

Milano - E' stato un fine settimana terribile, con otto morti in 48 ore. Vittime in Piemonte, veneto e Lombardia. Per i prossimi giorni il soccorso alpino tiene ancora alto il livello di rischio su tutte le montagne del Nord. Intanto il governo pensa a una soluzione: carcere per chi provoca slavine mortali. 

L'ultima vittima Alla fine Rita Broggi non ce l'ha fatta. È morta agli Ospedali Riuniti di Bergamo Rita Broggi. L'escursionista 49enne di Villa Guardia (Como) era stata travolta ieri da una slavina ieri sul Monte Grona, a Plesio, nel Comasco. L’incidente è avvenuto alle 14, mentre la donna stava compiendo un’escursione con le ciaspole insieme al marito Pietro Molteni, 55 anni. I due erano stati travolti dalla valanga e trascinati a valle per 300 metri. L’uomo era riuscito a riemergere e a chiamare i soccorsi, mentre la moglie era rimasta sotto due metri di neve per un’ora e mezza. Soccorsa in elicottero, era stata trasportata agli Ospedali Riuniti di Bergamo, con una grave ipotermia. Le sue condizioni erano però troppo gravi e la donna è morta nella tarda serata di ieri.

Weekend nero Otto morti, una decina di feriti, centinaia di soccorritori impegnati nelle ricerche sotto la neve: dal Piemonte al Veneto, è stato un week end nero sulle montagne italiane, complice anche l’imprudenza di sciatori ed escursionisti che ancora una volta non hanno rispettato le indicazioni provenienti dai bollettini meteo.

Proposta: punire i colpevoli E proprio per evitare il ripetersi di tragedie spesso evitabili con comportamenti più attenti, il governo - su proposta del Dipartimento della Protezione Civile - ha presentato un emendamento al decreto legge sulle emergenze in discussione al Senato: è previsto il carcere per chi, provocando una valanga, si rende responsabile della morte di altre persone e cinquemila euro di ammenda per chi scia fuori pista o compie escursioni in montagna quando i bollettini nivo-meteorologici indicano una situazione di reale pericolo. Il provvedimento ha già ricevuto ricevuto il via libera dalla commissione Ambiente e sarà ora l’aula del Senato a decidere se approvarlo o meno. Intanto, si contano i morti.

Veneto Due li hanno trovati tra ieri e oggi sul Monte Baldo nel veronese. Si tratta di due ragazzi di 20 e 17 anni travolti da una valanga con un fronte di 30-40 metri e una lunghezza di 250 che, in fuoripista, cercavano di raggiungere il tratto intermedio della funivia, in località Prati Superiore. Il diciassettenne è stato trovato questa mattina, mentre il corpo di Matteo Barzoi era stato ritrovato nella serata di ieri. A dare l’allarme nel pomeriggio di ieri è stato un terzo ragazzo, anche lui di 17 anni, rimasto ferito. Sempre in Veneto è morto Riccardo Quaroni, 50 anni appassionato di scialpinismo, travolto stamattina da una valanga con un fronte di 80 metri a Cimon di Palantina in Alpago nel bellunese: il suo corpo è stato ritrovato grazie ad uno sci, rimasto semisepolto nella neve in un canalone di una zona molto frequentata dagli appassionati. Quaroni era insieme a due amici, friulani come lui, Renzo Pasut e Sergio Pilot. A dare l’allarme è stato quest’ultimo, mentre Pasut si è salvato per miracolo: i soccorritori lo hanno trovato con l’utilizzo di sondini perchè non aveva con se l’Arva (lo strumento che consente la localizzazione sotto la neve). Rimasto sepolto per due ore e mezza sotto 80 centimetri di neve, deve la vita ad una bolla d’aria che si è formata attorno a lui ed ora è ricoverato in condizioni critiche all’ospedale di Treviso.

Piemonte Anche in questo caso gli incidenti mortali sono dovute all’imprudenza. Gottardo Piana e Anna Maria Passello, di 56 e 62 anni, sono stati travolti da un lastrone di ghiaccio staccatosi a Salecchio, in Val d’Ossola, che si è abbattuto sul sentiero che i due stavano percorrendo: il soccorso alpino, proprio per la presenza di ghiaccio a strapiombo, aveva sconsigliato il passaggio in quel tratto di strada.

Lecco Ed è morto anche Antonio Mariani, il titolare del rifugio Buzzoni, in localita Piani di Bobbio in Valsassina (Lecco), scomparso ieri pomeriggio e travolto da una slavina. Il corpo, che si trovava non molto in profondità nella neve ma in un punto molto a valle rispetto al rifugio, è stato ritrovato stamattina: l’allarme era stato dato nel pomeriggio di ieri da alcuni escursionisti che arrivati al rifugio dove avevano appuntamento con Mariani, hanno trovato sulla porta un biglietto con scritto "torno tra poco, sono a battere il sentiero".

Bergamo In condizioni disperate anche uno scialpinista di 45 anni recuperato dai soccorritori dopo oltre due ore di ricerche in Val Serina, in provincia di Bergamo, dopo esser stato travolto da una slavina sul monte Grem. La valanga lo ha trascinato per oltre 400 metri di dislivello e quando è stato estratto dalla neve la sua temperatura corporea era attorno ai 15 gradi.

Belluno E' stato trovato il corpo senza vita di Mirko Cesco, 63 anni, di San Pietro di Cadore (Belluno), lo sci alpinista scomparso domenica durante un'escursione in Val Visdende. L’allarme era stato dato dalla moglie nel pomeriggio.

Resta alto l'allarme sul pericolo valanghe su tutto l’Arco alpino e sull’Appennino Centrale, a causa del forte vento, dei brevi rialzi termici delle ultime 72 ore e della formazione di strati di brina di profondità che rendono particolarmente instabile il manto nevoso. Una miscela pericolosa, secondo il Corpo Forestale dello Stato, capace di provocare valanghe come quelle che hanno causato la morte di otto escursionisti nel tragico weekend appena trascorso. Proprio per questo il Corpo forestale continua a sconsigliare le uscite fuori pista e raccomanda a chiunque si trovi in montagna di consultare sempre i bollettini quotidiani pubblicati dal Servizio Meteomont sul sito www.meteomont.org o attraverso il numero di emergenza ambientale 1515. Allarme valanghe anche nei prossimi giorni: il distacco di slavine potrebbe inoltre verificarsi in seguito al passaggio a piedi di un singolo escursionista.

Attualmente si registra un pericolo valanghe marcato 3 e diffuso su tutto l’arco alpino e nelle alte quote dell’Appennino centrale, specialmente nelle località dove, nelle ultime 24 ore, è stato registrato forte vento in quota.

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