Il pontificato di Papa Francesco compie dieci anni e dopo un periodo tanto articolato è possibile individuare diversi momenti iconici che hanno già portato nella storia il regno del 265esimo successore di San Pietro. Primo Papa latinoamericano della storia della Chiesa cattolica e primo membro della Compagnia di Gesù a ascendere al soglio pontificio, Francesco ha profondamente plasmato con la sua capacità comunicativa e un messaggio di radicale evangelismo, fondato sulla promozione dell'inclusione sociale e la valorizzazione delle periferie, la traiettoria della Chiesa a partire da quando è succeduto a Benedetto XVI il 13 marzo 2013.
Tra gesti simbolici, prese di posizione che hanno fatto discutere, mosse politiche di respiro globale il Papa venuto "dalla fine del mondo" ha spesso saputo far parlare di sé. Di seguito abbiamo segnalato quelli che riteniamo essere i dieci momenti più simbolici del pontificato di Jorge Mario Bergoglio e il loro impatto nello svelare le posizioni e la visione del mondo propria del pontefice.
Il primo incontro tra i due Papi
Il primo momento iconico del pontificato fu quello del 23 marzo 2013. A dieci giorni dall'elezione, Francesco ha ricevuto Benedetto XVI a Castel Gandolfo. Ratzinger, da poco dimessosi, è stato fino al 31 dicembre 2022, giorno della sua morte, Papa Emerito. Si è trattata della prima occasione in cui un Papa regnante ha potuto incontrare personalmente il suo predecessore e in cui due Papi hanno avuto modo di confrontarsi e pregare assieme.
Quello tra Benedetto e Francesco è stato fino all'ultimo giorno di vita del Papa-teologo un rapporto contraddistinto da grande rispetto e dal comune impegno per la stabilità della Chiesa. Francesco ha, al netto di alcune differenze teologiche, proseguito sul solco di Benedetto nelle grandi questioni culturali e religiose del presente e amplificato molti temi su cui il pontificato di Ratzinger aveva iniziato a incidere: la lotta alla pedofilia nel clero, la riforma finanziaria, lo sviluppo della dottrina sociale della Chiesa, la spinta sulla questione ambientale, l'apertura a Est. Benedetto XVI, di converso, ha sempre parato i tentativi dei settori più reazionari del clero di presentarlo come l'anti-Bergoglio e ricordato l'unicità della figura del Papa, mai contrapponendosi al suo successore.
La visita di Francesco a Lampedusa, periferia delle periferie
Nel luglio 2013 Francesco ha compiuto la sua prima visita pastorale in un luogo simbolico per il suo messaggio di apertura alle periferie esistenziali del pianeta: Lampedusa. Il Papa argentino è giunto nell'isola a Sud della Sicilia, simbolo della tragedia migratoria del Mediterraneo, mostrando il suo sostegno tanto ai migranti provenienti dal continente africano tanto alle autorità italiane che si impegnano nei soccorsi in mare e nei controlli a lungo raggio.
Francesco ha sempre messo l'inclusione di migranti e rifugiati al centro del suo messaggio pastorale e politico. Ma ha al tempo stesso richiamato sempre l'Europa a guardare alle tragedie che, da Lampedusa a Lesbo, accompagnano il fronte Sud su cui impatta l'immigrazione dall'Africa e dal Medio Oriente. Invitando a un sostegno collettivo verso i Paesi di primo approdo dei migranti, Italia e Grecia in testa.
La canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II
Papa Francesco ha, come i suoi predecessori, operato diverse canonizzazioni proclamando in dieci anni ben 911 santi. La più importante di queste è avvenuta il 27 aprile 2014, quando ha completato l'innalzamento agli onori degli altari di due illustri predecessori del Novecento, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Il Papa bergamasco del Concilio Vaticano II, padre della Chiesa contemporanea, e il Papa polacco dell'apertura mondiale della Chiesa cattolica sono stati proclamati santi congiuntamente da Francesco, il quale ha ricordato il ruolo di esempio affidato ai suoi predecessori con parole profonde: "La differenza fra gli eroi e i santi è l'imitazione di Gesù Cristo".
Il discorso al Congresso Usa
Il 24 settembre 2015 Papa Francesco è diventato il primo pontefice della storia a parlare al Congresso Usa. Nel tempio della democrazia Wasp, a lungo associata alla tradizione anglosassone e protestante, in cui Papist è stato a lungo sinonimo di "traditore", Papa Francesco su invito di Barack Obama e Joe Biden ha preso la parola di fronte a Camera dei Rappresentanti e Senato uniti elogiando la democrazia americana e il ruolo della religione nella sua evoluzione.
Francesco ha richiamato quattro grandi americani del passato: Abraham Lincoln, Martin Luther King, Dorothy Day e Thomas Merton. "Nonostante la complessità della storia e la realtà della debolezza umana, questi uomini e donne, con tutte le loro differenze e i loro limiti, sono stati capaci con duro lavoro e sacrificio personale – alcuni a costo della propria vita – di costruire un futuro migliore", ha dichiarato. "Hanno dato forma a valori fondamentali che resteranno per sempre nello spirito del popolo americano. Un popolo con questo spirito può attraversare molte crisi, tensioni e conflitti, mentre sempre sarà in grado di trovare la forza per andare avanti e farlo con dignità".
Il Giubileo della Misericordia di Papa Francesco
Il 13 marzo 2015 Papa Francesco, a due anni dall'ascesa al soglio pontificio, ha indetto un Giubileo straordinario, dedicandolo alla divina Misericordia. Affidato al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, il Giubileo promosse tra il novembre 2015 e il novembre 2016 la visione della Misericordia come motore della teologia di Papa Francesco.
Per Jorge Mario Bergoglio la divina Misericordia agisce come principale fattore della chiamata vocazionale degli uomini e come più alta virtù teologica, in quanto strumento dell'agire di Dio per chiamare gli uomini a correggersi, a riconoscere le loro colpe, a costruire ponti di fraternità. In nome della Misericordia, inoltre, Papa Francesco ha costruito la sua teologia politica pacifista e la spinta ecumenica del suo pontificato.
La vicinanza di Papa Francesco alla periferia mondiale è stata certificata dal luogo scelto per aprire il Giubileo. Non San Pietro, ma la Cattedrale di Notre-Dame di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana ove Francesco spalancò la "Porta Santa" il 29 novembre 2015. In Repubblica Centrafricana Francesco si era recato in un viaggio ad altissimo rischio in un Paese in perenne conflittualità per lanciare un messaggio da "pellegrino di pace" e un segnale di vicinanza all'Africa.
L'incontro con Kiril a L'Avana
Papa Francesco pochi mesi dopo ha, nella giornata del 12 febbraio 2016, incontrato la più alta autorità della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kiril. Teatro dell'incontro l'aeroporto José Marti di L'Avana, capitale di Cuba, Stato per la cui distensione con gli Stati Uniti il Vaticano si è apertamente speso tra il 2014 e il 2016.
Il Papa e Kiril sono stati i primi alti esponenti dei maggiori punti di irradiamento del cristianesimo cattolico e ortodosso a incontrarsi dal 1054, anno del Grande Scisma che divise la Chiesa d'Oriente da quella di Roma. A L'Avana i due hanno firmato una dichiarazione congiunta sulla tutela della fede, sul dialogo interconfessionale e sul sostegno ai fedeli perseguitati in Africa e Medio Oriente. Papa Francesco ha coltivato a lungo il sogno di un viaggio in Russia. Dopo l'invasione russa dell'Ucraina nel 2022 ha criticato Kiril per la sua eccessiva vicinanza alle posizioni bellicistiche del governo di Mosca.
L'accordo sui vescovi con la Cina
Con l'Accordo firmato Pechino il 22 settembre 2018 il Vaticano ha fatto un passo enorme nella direzione di ordinari rapporti con la Repubblica Popolare Cinese, la più importante nazione a non aver rapporti diplomatici formali con la Santa Sede.
L'accordo prevede la nascita di procedure comuni per la nomina dei vescovi in Cina e un dialogo tra Santa Sede e Pechino per la definizione dei porporati nella potenza a guida comunista. Per Papa Francesco questa mossa è stata la prima nella direzione di una più approfondita convergenza diplomatica che nell'ambizione della Santa Sede deve prefigurare un dialogo a tutto campo e una più energica penetrazione cattolica nell'Impero di Mezzo. Rinnovato una prima volta nel 2020, nonostante le critiche dell'amministrazione Usa di Donald Trump, il patto è stato rinnovato nuovamente nell'autunno 2022.
In sua difesa sono scesi in campo il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e il cardinale Luis Antonio Tagle, dal 2019 a capo della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli. L'accordo rappresenta per Francesco il primo passo verso il sogno mai nascosto di un viaggio in Cina, in passato terra promessa della Compagnia di Gesù di cui è stato a lungo importante esponente.
Il discorso al mondo colpito dal Covid
"Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda". Era il 27 marzo 2020 quando il Papa pronunciò queste parole nella cornice di Piazza San Pietro avvolta dal silenzio, vuota in maniera spettrale e circondata dall'angoscia che perturbava il mondo e l'Italia colpiti dall'arrivo della pandemia.
Una preghiera contro la pandemia, una testimonianza di fede, un messaggio sociale: la preghiera dell'anziano pontefice 84enne nel silenzio di Piazza San Pietro è stata letta in diversi modi. Ed è stata l'occasione per ribadire la critica di Francesco al modello economico e sociale di cui la pandemia, alimentando povertà e disuguaglianze, aveva iniziato allora a mostrare tutti i limiti: "Non ci siamo fermati davanti ai Tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato".
Francesco in Iraq sulle orme di Abramo
Nel 2021 l'evento più importante è stato il primo viaggio apostolico all'estero dopo lo scoppio del Covid. In primavera Francesco si è infatti recato in Iraq visitando la Piana di Ninive, pregando nelle Chiese colpite dall'insorgenza jihadista dello Stato Islamico, mostrando la sua vicinanza a uno Stato colpito da anni di guerra e dalla fuga della sua fiorente comunità cristiana.
La visita ha suscitato una grandiosa accoglienza di pubblico non solo tra le comunità cristiane, ma nell'intera popolazione irachena, che si è sentita meno ai margini dello scacchiere globale. Essa, la prima di un pontefice sulle orme di Abramo e dell'antica Babilonia della cattività degli Ebrei, è stata storica anche per l'ennesimo incontro di peso di Papa Francesco. Il 6 marzo 2021 Francesco è divenuto infatti il primo Papa della storia a incontrare un alto esponente dell'Islam sciita. Ha infatti avuto un incontro bilaterale con l'importante Grande Ayatollah ʿAlī al-Husaynī al-Sīstānī nella sua dimora privata a Najaf.
I funerali di Benedetto XVI
L'ultimo grande momento simbolico del pontificato di Francesco è storia recente ed è quello dei funerali del suo predecessore, scomparso il 31 dicembre 2022. Il 5 gennaio 2023 Papa Francesco ha presieduto i funerali di Benedetto XVI di fronte a una folla di oltre 50mila persone riunita in Piazza San Pietro.
Dai tempi di Pio VII, che celebrò quelli del predecessore Pio VI a inizio Ottocento, un Papa non celebrava i funerali del
suo predecessore. Francesco ha accompagnato con l'ultimo saluto il suo predecessore: "Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce!".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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