La denuncia choc: "Quelle suore stuprate dai preti e costrette ad abortire"

La pedofilia non è l'unica piaga nella Chiesa: emerge lo scandalo degli abusi sessuali ai danni delle religiose

La denuncia choc: "Quelle suore stuprate dai preti e costrette ad abortire"

Quando si parla di abusi nella Chiesa si pensa automaticamente a quelli di cui sono vittime i minori. Ma c'è un'altra piaga, anche più sottovalutata e di cui si parla meno: la violenza contro le suore. Pochi giorni fa, Papa Francesco ha dicharato in un videomessaggio che "la Chiesa non può cercare di nascondere la tragedia degli abusi, di qualunque tipo siano". Un tentativo di far emergere il fenomeno di cui sono vittime le religiose è stato fatto da una suora, la togolese Mary Lembo che sul tema ha scritto una tesi di dottorato presso l'istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana e di cui ha parlato in un'intervista concessa a Giovanni Panettierie su Quotidiano Nazionale.

La denuncia

L'indagine di suor Lembo è partita dallo studio di dodici casi di aggressioni in Africa e ha fotografato il modus operandi dei preti violentatori. Al giornalista, la religiosa-psicoterapeuta ha raccontato che in genere lo stupratore "cerca di conquistare la fiducia della suora, la fa sentire importante" con l'obiettivo di "farla sentire completamente in debito verso di lui".

Tra i racconti choc ascoltati da suor Mary nella sua indagine sugli abusi in Africa, quello di "una suora violentata a più riprese da un sacerdote che le ha impedito di usare qualsiasi tipo di contraccettivo". Dopo essere rimasta incinta più volte, la vittima è stata costretta dal prete ad abortire ed ha infine lasciato l'abito.

I precedenti

Non è la prima volta che una donna apre lo squarcio sugli abusi commessi ai danni di religiose per mano di religiosi. La prima voce ad alzarsi fu quella di suor Rita Mboshu Kongo, teologa congolese stimata dal Papa, che nel 2015 denunciò in un seminario in Vaticano la condizione di molte suore africane talmente povere e bisognose da finire vittime dei "loro benefattori (che) le "sottomettono e sfruttano il loro corpo" fino a quando non rimangono incinte e vengono cacciate dai conventi. Alla rivista spagnola Vida Nueva, suor Mboshu aveva spiegato che "alcuni sacerdoti arrivano perfino ad utilizzare falsi argomenti teologici per giustificare il loro comportamento".

Scandalo pubblico

Lo scandalo divenne pubblico nel 2019 quando l'inserto dedicato al mondo femminile Donne Chiesa Mondo de L'Osservatore Romano raccolse diverse testimonianze di religiose che denunciavano non solo abusi sessuali, ma anche psicologici e spirituali. Il clamore fu tale che intervenne anche il Papa, ammettendo sul volo di ritorno da Abu Dhabi che "dentro la Chiesa ci sono stati anche dei chierici che hanno fatto questo; in alcune culture è un po’ più forte che in altre". In quell'occasione, Francesco aveva riconosciuto anche il lavoro fatto dal suo predecessore per combattere questo male dicendo che Benedetto XVI era stato "un uomo che ha avuto il coraggio di fare tante cose su questo" facendo pulizia all'interno di un'organizzazione religiosa in cui c'era questa "corruzione (...)sessuale".

Poco tempo dopo il clamore provocato da quell'inchiesta, all'interno della redazione dell'inserto del giornale della Santa Sede c'era stata una rivoluzione con l'addio della direttrice, Lucetta Scaraffia che ha lamentato un tentativo di commissariamento da parte dei vertici della comunicazione vaticana. "Per la verità davamo fastidio già prima. (...) Poi, certo con il racconto degli abusi abbiamo dato loro la prova che avevano ragione a diffidare", aveva protestato la docente in un'intervista concessa a Il Corriere della Sera all'indomani del cambio di direzione.

Il caso Rupnik

Di recente il nome di un religioso importante è finito accusato da più suore ed ex suore di abusi in periodi diversi. Si tratta di padre Marko Rupnik, artista famoso per i suoi mosaici, su cui la Compagnia di Gesù ha raccolto un dossier con tredici testimonianze femminili giudicate "credibili" dal delegato padre Johan Verschueren. Rupnik è già stato giudicato colpevole dall'allora Congregazione per la dottrina della fede nel 2020 per aver assolto cinque anni prima una donna che aveva peccato contro il sesto comandamento proprio con lui.

Contro il gesuita, poi, sono arrivate nei mesi scorsi accuse pesanti come quella di una suora che ha raccontato al quotidiano Domani di aver iniziato a frequentare il suo atelier negli anni

Ottanta e di aver subito da lui abusi sessuali, psicologici e spirituali fino al punto di avere dal gesuita "giustificazioni teologiche del sesso" e "un rapporto esclusivamente pornografico" .

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