“Gesù è porta di salvezza”. La benedizione “urbi et orbi” del Papa

Benedizione di Natale del Santo Padre da piazza San Pietro nel giorno successivo all'apertura della porta Santa

Benedizione di Natale
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Omelia di Natale per il Papa da piazza San Pietro. Nel giorno dopo l'apertura della Porta Santa, il Santo Padre ha pronunciato la benedizione del Santo Natale affacciandosi dalla Loggia Centrale della Basilica Vaticana. "Fratelli e sorelle, la porta del cuore di Dio è sempre aperta, ritorniamo a lui! Ritorniamo al cuore che ci ama e ci perdona! Lasciamoci perdonare da lui, lasciamoci riconciliare con lui. Questo significa la Porta santa del Giubileo, che ieri sera ho aperto qui a San Pietro: rappresenta Gesù, porta di salvezza aperta per tutti. Gesù è la porta che il padre misericordioso ha aperto in mezzo al mondo, in mezzo alla storia, perché tutti possiamo ritornare a Lui", ha detto il Pontefice.

Nella benedizione "urbi et orbi" il Papa ha fatto anche riferimento alle guerre in corso: "In questo Natale, inizio dell'Anno giubilare, invito ogni persona, ogni popolo e nazione ad avere il coraggio di varcare la Porta, a farsi pellegrini di speranza, a far tacere le armi e a superare le divisioni! Tacciano le armi nella martoriata Ucraina! Si abbia l'audacia di aprire la porta al negoziato e a gesti di dialogo e d'incontro, per arrivare a una pace giusta e duratura. Tacciano le armi in Medio Oriente". Con gli occhi fissi sulla culla di Betlemme, ha proseguito il Papa, "rivolgo il pensiero alle comunità cristiane in Israele e in Palestina, in particolare a Gaza, dove la situazione umanitaria è gravissima. Cessi il fuoco, si liberino gli ostaggi e si aiuti la popolazione stremata dalla fame e dalla guerra. Sono vicino anche alla comunità cristiana in Libano, soprattutto al sud, e a quella in Siria, in questo momento così delicato. Si aprano le porte del dialogo e della pace in tutta la regione, lacerata dal conflitto".

Il Giubileo, ha aggiunto il Papa, "sia l'occasione per rimettere i debiti, specialmente quelli che gravano sui Paesi più poveri. Ciascuno è chiamato a perdonare le offese ricevute, perché il Figlio di Dio, che è nato nel freddo e nel buio della notte, rimette ogni nostro debito". La crisi umanitaria in Africa che colpisce i Paesi più poveri "è causata principalmente dai conflitti armati e dalla piaga del terrorismo ed è aggravata dagli effetti devastanti del cambiamento climatico, che provocano la perdita di vite umane e lo sfollamento di milioni di persone. Penso pure alle popolazioni dei Paesi del Corno d’Africa per le quali imploro i doni della pace, della concordia e della fratellanza.

Il figlio dell’altissimo sostenga l’impegno della comunità internazionale nel favorire l’accesso agli aiuti umanitari per la popolazione civile del Sudan e nell’avviare nuovi negoziati in vista di un cessate-il fuoco".

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