I due frati "sfrattati" non lasciano il santuario: "Vengano i carabinieri"

I padri Giuseppe e Giovanni Serrotti, 92 e 88 anni, non hanno rispettato l'ordine dei superiori. Non vogliono lasciare il luogo dove sono nati e vissuti per anni

I due frati "sfrattati" non lasciano il santuario: "Vengano i carabinieri"
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Tempi duri per i membri degli ordini religiosi. Sempre più di frequente si leggono storie di anziani - e non solo - frati o suore che non accettano il trasferimento da monasteri in cui hanno svolto la loro missione per anni. L'ultimo caso arriva dalla Toscana e precisamente da Bibbiena, in provincia di Arezzo. Protagonisti due domenicani di 92 e 88 anni che, peraltro, sono anche fratelli: i padri Giuseppe e Giovanni Serrotti. I due religiosi non vogliono lasciare il santuario di Santa Maria del Sasso nonostante l'ordine dei predicatori gli abbia comunicato di volerli trasferire nel convento san Domenico di Fiesole per motivi di salute.

Il rifiuto

I due fratelli e confratelli hanno rifiutato di lasciare il santuario. Il trasferimento era previsto questo fine settimana. Il Consiglio della Provincia Romana Santa Caterina da Siena ha emanato oggi un comunicato spiegando di aver "recepito con sorpresa e profondo dolore la loro decisione di contravvenire all’accordo raggiunto". Pur rammaricandosi della "fatica e sofferenza" con cui i due fratelli vivono "il cambiamento che l’avanzare dell’età richiede a ciascuno", l'ordine si è detto convinto che "la decisione presa insieme sia la soluzione migliore". Quindi, si andrà probabilmente allo scontro.

La storia

Un distacco difficile per Giuseppe e Giovanni Serrotti che all'ombra del santuario di Santa Maria del Sasso sono nati e cresciuti, essendo figli dello storico casiere del monastero, Pietro. Padre Giuseppe, oggi 92enne, è tornato a Santa Maria del Sasso quasi 30 anni fa dopo aver svolto incarichi di responsabilità come quello di superiore provinciale e parroco nella chiesa romana di Santa Maria del Rosario, a Prati. Padre Giovanni, il più giovane ed anche il più combattivo dei due, si trova a suo agio con le telecamere essendo stato nel 1980 fondatore di Tele San Domenico. Proprio quest'ultimo, parlando con i media in questi giorni, ha spiegato di non avere alcuna intenzione di muoversi dal santuario e di essere convinto che la motivazione legata alla loro salute non sia vera.

L'avvicendamento

Solamente due mesi fa c'è stato un cambio della guardia ai vertici del santuario: l'anziano padre Giuseppe è stato sostituito come rettore da padre James Samuail. Ora la notizia del trasferimento che i fratelli e confratelli Serrotti non vogliono accettare. Questa mattina il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Andrea Migliavacca, si è recato a Bibbiena nella comunità religiosa composta da cinque frati. Il presule ha voluto in questo modo esprimere vicinanza e gratitudine ai due fratelli Serrotti e si è fermato a pregare con loro. Ma, soprattutto, al fianco dei due religiosi si è schierata la popolazione locale con una petizione ed anche il sindaco di Bibbiena, Filippo Vagnoli ha pubblicamente difeso la loro posizione definendoli due "punti di riferimento per la nostra comunità, ma soprattutto due persone che chiedono di poter rimanere nel luogo dove sono nate e hanno vissuto".

Padre Giovanni è stato chiaro: "non ci muoviamo, devono venire a prenderci i carabinieri", lamentandosi del fatto che "a Fiesole si va solo per morire e noi invece siamo ancora in grado di dare il nostro contributo".

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