L’allarme del cardinal Sarah: “La dottrina non evolve, basta salti”

Il libro-manifesto dell'ex prefetto della Congregazione per il culto divino che se la prende coi vescovi desiderosi di adattare la Chiesa al consenso mediatico

L’allarme del cardinal Sarah: “La dottrina non evolve, basta salti”
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Robert Sarah è uno dei cardinali più conosciuti ed apprezzati nel mondo. Già prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, dal 2021 è in "pensione" e viaggia spesso tra la Francia, Roma e la "sua" Africa. La sua voce è senz'altro una delle più ascoltate all'interno del sacro collegio, come dimostrano anche i successi dei suoi libri. Il cardinale guineano molto stimato da Benedetto XVI è tornato a dire la sua sulla situazione della Chiesa in un volume appena uscito, edito da Cantagalli, intitolato con una delle domande più ricorrenti di generazione in generazione: "Dio esiste?"

La morte di Dio

Nel libro, Sarah risponde alle domande dell'editore David Cantagalli che - ha spiegato il porporato - "con autentico zelo apostolico, ha voluto sollecitarmi con questioni talora 'difficili', ma di sicuro e diffuso interesse". Il cardinale contesta l'asserzione "Dio è morto" ritenendola una "comoda espressione per giustificare il rinnegamento della fede in Lui". Anche davanti alle pagine nere del Novecento, Sarah invita a non individuare la causa nella morte di Dio ma nella "sordità, la cecità dell'uomo". "L'uomo che si allontana da Dio, che vuol sostituirsi a Lui - scrive l'ex prefetto - compie poi quanto vorremmo imputare a Dio stesso, accusandolo di non aver impedito o evitato quanto l'uomo ha voluto mettere in pratica". A dimostrare che Dio non è morto, secondo Sarah, ci sono anche i martiri cristiani di oggi nel mondo: "non si patisce per un morto, ma solo per Uno presente e vivo", scrive il prelato africano.

Inferno ed Europa

Come fatto anche in passato, il cardinal Sarah è tornato a predicare l'importanza del silenzio per combattere quella che ha definito "la dittatura del rumore". "I poteri mondani che cercano di plasmare l'uomo moderno scartano metodicamente il silenzio", ha scritto Sarah. Il porporato non ha risparmiato critiche ai comportamenti di alcuni suoi confratelli vescovi, ad esempio sulla vita eterna. "I nostri insegnamenti dovrebbero sempre ricordare le grandi verità dell'anima: paradiso, inferno e purgatorio", ha sostenuto il cardinale. Ma questo non avviene sempre: "sfortunatamente, si dà credito all'idea che andremo tutti in paradiso poiché 'l'inferno è vuoto'. Questo non è ciò che dice il Vangelo". Quasi un anno fa era stato il Papa, ospite da Fabio Fazio, a dire che gli piace "pensare l’inferno vuoto, spero sia realtà" specificando che non era un dogma ma "una cosa mia personale". Anni prima, dichiarazioni simili erano state attribuite a Francesco dal fondatore di La Repubblica Eugenio Scalfari, in un'intervista poi smentita dalla Sala Stampa della Santa Sede. Il cardinale ha anche criticato l'atteggiamento dell'Europa che tende a rinnegare le sue radici cristiane. "Come un adolescente in crisi che non accetta nè il suo nome nè le sue radici - ha sostenuto nel libro - l'Europa tenta invano di convincersi che non viene da nessuna parte, che si è costruita senza ricevere l'apporto fecondo e decisivo del cristianesimo". Contro questo modo di fare, Sarah ha riservato parole dure: "questo atteggiamento risulta patetico, immaturo e suicida agli occhi del resto del mondo".

Il monito sulla dottrina

In tempi di discussioni aperte sulla dottrina, l'ex prefetto stimato da Ratzinger è tornato a dire la sua per esortare i suoi confratelli a non fare stravolgimenti. "Nel cristianesimo, nella dottrina cristiana, non si danno 'evoluzioni', nè salti!". Ed ha puntualizzato il concetto di sviluppo dicendo 'no' a "elementi assolutamente nuovi e disorganici" e quindi a salti e contraddizioni. Sarah se la prende con chi sembra dire "la dottrina cattolica non è adatta ai media? Cambiamola! Adattiamola alla mentalità e alle perversioni morale del nostro tempo. Adottiamo la nuova etica globalista promossa dall'Onu e dall'ideologia di genere".

Il cardinale ce l'ha con quei sacerdoti e vescovi che quindi vorrebbero rendere la Chiesa "una società umana e orizzontale, che parli un linguaggio mediatico che la faccia diventare popolare e ne renda il messaggio accettabile". E a costoro ricorda che "una tale Chiesa non interessa a nessuno".

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