Dopo la paura nella notta tra sabato e domenica, quella appena trascorsa è stata una notte tranquilla per il cardinale Camillo Ruini, colpito da un infarto e ancora ricoverato in terapia intensiva del Policlinico romano Gemelli. Già ieri, nel pomeriggio, erano filtrate notizie più rassicuranti sulle condizioni del porporato 93enne. In mattinata è arrivata un'ulteriore conferma in una nota diffusa dall'ospedale.
Notte tranquilla
La nota del Gemelli avverte che l'ex presidente della Conferenza Episcopale Italiana "ha trascorso la notte tranquilla. Le sue condizioni si confermano stabili. Proseguono i controlli e le cure presso la Terapia intensiva cardiologica del Policlinico Gemelli". Ieri un'altra nota dell'ospedale aveva spiegato che "nella tarda serata di ieri il cardinale Camillo Ruini è stato ricoverato d'urgenza presso il Policlinico Gemelli per un dolore toracico. In considerazione dell'età avanzata e della storia clinica del cardinale, si è reso necessario il ricovero in Terapia intensiva cardiologica. Il paziente è vigile e collaborante e le sue condizioni cliniche sono al momento stabili. Prosegue il monitoraggio e le terapie".
Paziente fragile
Ruini ha superato i 90 anni e da tempo si muove in sedia a rotelle o con il girello. Nelle ultime uscite pubbliche, come in occasione della Messa per l'anniversario della morte del suo confratello cardinale George Pell nella chiesa della Domus Australia lo scorso gennaio, il porporato è apparso molto fragile fisicamente, ma anche la recente intervista a Francesco Verderami del Corriere della Sera ha dimostrato la sua piena lucidità mentale. Una circostanza confermata dal cappellano dell'ospedale, don Nunzio Currao, che all'Adnkronos ha spiegato che Ruini "è una persona coraggiosissima e non vede l'ora di tornare a casa. Naturalmente saranno i medici a deciderlo ma fossero per lui uscirebbe subito. Il cardinale è una persona dolcissima e speriamo di averlo per tanto con noi'' e che è "coscientissimo" e non ha perso il buonumore.
L'odio sul web e la vicinanza della diocesi
Alla notizia del ricovero del porporato 93enne, grande protagonista di una lunga stagione della Chiesa italiana e spesso inviso al mondo progressista, non sono mancati commenti di odio. Alcuni di questi sono stati riportati ieri dall'agenzia Adnkronos: ad esempio, c'è stato chi è arrivato a scrivere che "giunge anche per lui l'ora di rendere conto delle sue nefandezze. Che la terra (non) gli sia lieve". Al contrario, invece, la diocesi di Roma si è stretta attorno all'ex Vicario e il consiglio episcopale ha emesso una nota in cui si esprime vicinanza al cardinale e si invitano i fedeli romani a "pregare per una pronta guarigione del porporato, che è stato vicario del Santo Padre per la diocesi di Roma dal 1991 al 2008, affida al Signore il lavoro dei medici e degli operatori sanitari".
Il porporato emiliano ha guidato il Vicariato di Roma dal 1991 al 2008, nello stesso periodo in cui fu anche alla guida della Conferenza Episcopale Italiana, molto apprezzato da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI. Nel conclave del 2005 fu uno dei papabili e, secondo alcune indiscrezioni, proprio il timore della sua elezione convinse diversi cardinali progressisti a votare per Joseph Ratzinger- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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