Più che il clima, in Vaticano è cambiata l'aria. Sotto il cupolone di San Pietro, infatti, stamani il professor Giorgio Parisi è salito "in cattedra" per discettare di cambiamenti climatici e realtivi massimi sistemi. Nulla di strano, se non fosse che il suddetto premio Nobel per la fisica fu uno dei promotori della ribellione che nel 2008 costrinse Papa Benedetto XVI a rinunciare alla propria lectio magistralis alla Sapienza di Roma. Così, passando da osteggiatore di un Pontefice illuminato a ospite gradito tra le mura leonine, il fisico romano si è conquistato un posto tra gli esperti invitati dalla Santa Sede a commentare la nuova esortazione apostolica di Bergoglio.
Accomodato al tavolo di una conferenza stampa organizzata nei giardini vaticani, Parisi ha ribadito le proprie posizioni sui cambiamenti climatici, definendo la pubblicazione di Papa Francesco "estremamente necessaria, in un momento come questo in cui i governi se ne infischiano dei cambiamenti climatici e la voce di chi lancia l'allarme assomiglia a quella di chi grida nel deserto". L'esortazione, del resto, abbraccia proprio i temi cari al professore e agli eco-attivisti, con critiche ai cosiddetti "negazionisti" del clima e allo stile di vita occidentale, definito "irresponsabile". Musica per le orecchie di chi considera l'uomo come l'unica o la principale causa di certi fenomeni.
"Abbiamo di fronte un problema enorme, che ha bisogno di interventi decisi in cui la scienza può essere fondamentale", ha affermato il premio Nobel durante il suo intervento, precisando che bloccare il cambiamento climatico "richiede uno sforzo mostruoso da parte di tutti" ed è un'operazione che ha "costi colossali", con "effetti che incidono sulle nostre esistenze". Poi un riferimento al conflitto con la Russia e al "conflitto economico" con la Cina come fenomeni che farebbero parte del problema. Nel discorso del professore, tuttavia, nessun riferimento agli aspetti trascendentali o spirituali, che peraltro - come lamentano alcuni osservatori critici - scarseggerebbero anche nell'esortazione di Papa Francesco.
Nulla di cui stupirsi, visto che Parisi fu uno dei fautori di quella levata di scudi che nel 2008 mise Papa Benedetto nelle condizioni di non presentarsi alla Sapienza, dove era stato invitato a tenere un'allocuzione accademica. In nome di un laicismo miope e oltranzista, 67 docenti dell'ateneo protestarono contro l'annunciata presenza del Pontefice teologo, macchiando per sempre la storia della Sapienza e tradendo la vocazione alla libertà di pensiero che un'università dovrebbe esprimere. In questo senso, vedere oggi Parisi tra i realtori di un evento Vaticano fa un certo effetto e appare quasi paradossale. Per non dire provocatorio.
In realtà non è nemmeno la prima volta che il fisico
"anti-Benedetto" viene accolto oltretevere dopo la scomparsa del Papa emerito. Accadde anche nel giugno scorso, quando Parisi presenziò a un'iniziativa in piazza San Pietro nella quale firmò una "Dichiarazione sulla Fraternità Umana".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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