Papa Francesco colpito da broncospasmo, di cosa si tratta e quali sono i rischi

In serata è arrivata la notizia di un peggioramento delle condizioni di salute del Pontefice, che ha avuto una crisi respiratoria isolata. Ecco i sintomi della patologia

Papa Francesco colpito da broncospasmo, di cosa si tratta e quali sono i rischi
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Non arrivano buone notizie dal Policlinico Gemelli: papa Francesco ha infatti accusato una nuova crisi respiratoria. Un broncospasmo che, seppur isolato, ha avuto delle conseguenze, provocando un repentino peggioramento del quadro clinico. Si devono attendere dalle 24 alle 48 ore per comprendere realmente la situazione, ma resta il fatto che queste sono ore di ansia e di attesa per i fedeli di tutto il mondo.

Papa Francesco si aggrava: "Crisi di broncospasmo e vomito, repentino peggioramento"

Nel bollettino medico, dunque, si è parlato di broncospasmo. In medicina, questo termine viene utilizzato per definire una improvvisa e anomale contrazione della muscolatura liscia bronchiale: in sostanza, un restringimento dei bronchi, che va a causare una riduzione del passaggio dell'aria nei polmoni. Ciò comporta una quasi immediata difficoltà nella respirazione.

Il broncospasmo si manifesta con attacchi di tosse, respiro rapido e affannoso, sibili e rantoli, e senso di oppressione al torace.

Per cercare di arginare il problema si interviene con dei farmaci definiti broncodilatatori. Questi vengono somministrati per inalazione. Nei casi più gravi, invece, si ricorre agli steroidi, che servono a far diminuire lo stato di infiammazione in cui versano le vie aeree. Quando si verificano episodi di ingestione accidentale (nel caso del papa si è parlato di ingestione di vomito) si procede con la broncoaspirazione.

A causare broncospasmo possono essere l'asma, le infezioni respiratorie, l'allergia ai pollini, l'esposizione a fumo e a polveri inquinanti, ma anche l'esercizio fisico, e l'allergia verso detrerminati alimenti e/o farmaci. Papa Francesco soffre di asma, cosa che sta mettendo alla prova i suoi polmoni.

La crisi respiratoria di oggi ha ridotto i livelli di ossigeno nel sangue, motivo per cui il Ponteficie ha avuto necessità di ricevere un aiuto nella ventilazione.

Non è stato intubato, come fanno sapere dall'ospedale romano, ma le classiche canule nasali non sono state suffienti, per cui i medici sono passati alla ventilazione meccanica non invasiva a pressione positiva.

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