Il papa va a convertire l'Europa

Parte la missione pastorale in Belgio e Lussemburgo: un tempo il cristianesimo era unità di misura europea

Il papa va a convertire l'Europa
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Dopo le folle oceaniche di Timor Est, un puntino nel mare musulmano dell'Indonesia, il papa è in Lussemburgo e Belgio. Finalmente, nel cuore dell'Europa. Autorità, teste coronate, società civile, i professori dell'Università Cattolica di Lovanio, dove l'aggettivo cattolico ci interpella con una domanda decisiva: esiste ancora un pensiero cattolico? O meglio, il cristianesimo è ancora in grado di parlare alla ragione, la ragione che da Parigi a Londra, da Madrid a Berlino ha costruito le cattedrali e una civiltà?

Oggi il cristianesimo è semisparito in queste capitali in cui è stato per centinaia di anni il metronomo della vita associata e della cultura. Insomma, era l'unita di misura dei popoli europei; oggi è, quando ancora c'è, un supplemento di sensibilità religiosa confinato in un angolo della vita privata dei fedeli.

Ma è ai margini della mentalità dominante e del resto le cartoline delle guglie medioevali lasciano il posto alla immagini delle chiese abbandonate, vendute, trasformate in hotel o centri benessere. Il Papa in questi dodici anni ha attraversato soprattutto le periferie del mondo, è stato a Lampedusa e a Lesbo, fra migranti e disperati, ha portato messaggi di pace e di speranza in Albania e nei Balcani, è andato a Budapest e nel Caucaso, mai al centro, come notava ieri Matteo Matzuzzi sul Foglio. Adesso cambia scenario, raggiunge il Lussemburgo dal pil stellare e Bruxelles crocevia della Ue, per lanciare una sfida alle coscienze laicizzate e intorpidite dei fedeli che più dovrebbero captare la forza straordinaria del messaggio evangelico. E che invece assistono al malinconico declino di una presenza e di un significato che si è fatto, nel tempo, sempre più impalpabile, vago, etereo.

Sui social Francesco chiede di pregare perché il viaggio «sia

l'occasione per un nuovo slancio di fede in quei paesi». Una domanda acuminata che sembra fare a pugni con quel che viviamo tutti i giorni. Una questione che riguarda da vicino l'Europa e a cui anche l'Italia non può sottrarsi.

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