"Questo giubileo è di tutti. Non truffate i pellegrini"

Domani al via l'Anno Santo con il Papa che aprirà San Pietro. Previsti a Roma 32 milioni di fedeli. Parla monsignor Rino Fisichella

"Questo giubileo è di tutti. Non truffate i pellegrini"

Il countdown sul sito ufficiale del Giubileo è iniziato da tempo, alle 19 in punto del 24 dicembre il Papa aprirà la Porta Santa della Basilica di San Pietro: sarà l'avvio dell'Anno Santo. «Dopo 3 anni di preparazione, comincia il tempo della celebrazione», dice al Giornale monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione e incaricato dal Papa dell'organizzazione del Giubileo dedicato alla speranza. L'attesa per «un evento spirituale che dura un anno intero», i numeri della macchina organizzativa, le sfide per il 2025, l'appello agli imprenditori e alla città di Roma affinché «l'accoglienza sia buona e i prezzi giusti». La Capitale è pronta a ospitare 32 milioni di fedeli? «Ci auguriamo di aver creato il fondamento per la buona riuscita del Giubileo», è l'auspicio di monsignor Fisichella.

Siamo alla vigilia dell'apertura della Porta Santa. Come si sente?

«In questi anni di preparazione con il governo, con il commissario, con la Regione, con la Prefettura abbiamo avuto una forte intesa. Sono sereno che l'accoglienza dei pellegrini potrà essere vissuta per permettere a ciascuno di vivere un'esperienza di fede in maniera coerente. Per il 24 dicembre abbiamo circa 30mila presenze, piazza San Pietro sarà piena e i fedeli che non riusciranno ad entrare in Basilica potranno assistere al rito e alla messa della vigilia di Natale tramite i maxischermi. Il Papa reciterà la formula Apritemi la porta della giustizia e la Porta Santa verrà aperta. Saranno presenti la premier, numerosi ministri e tante personalità».

Roma è pronta?

«Devo dire che al timore dei mesi precedenti è subentrato il realismo che i cantieri si chiudano. I lavori più importanti sono terminati. Il Giubileo consente a Roma di avere delle opere che altrimenti sarebbero state ritardate, la città diventa più vivibile, più bella e più ricca. Certamente, si è dovuto vivere per un anno e mezzo tra i cantieri, ma alla città sono stati restituiti due ritrovi archeologici di grandissima importanza. Il primo a Piazza Pia, con la collocazione esatta dei giardini di Caligola; il secondo il Patriarchio, cioè la cittadella dove abitava Bonifacio VIII, ma nessuno sapeva dove poterla collocare esattamente».

Intanto i prezzi a Roma sono lievitati.

«Per chi conosce la storia dei Giubilei, dal 1300 fino ad oggi, è un fatto che tutto aumenta in previsione della presenza dei pellegrini. Il mio è un appello accorato: bisogna che tutti si rendano conto che il Giubileo è un investimento per il futuro. Non ci siano situazioni di furbizia per far cadere in tranelli o trappole turisti e pellegrini, perché sono come fiammiferi, una volta che l'hai acceso la seconda volta non lo riaccendi più».

Noi abbiamo cercato di fare la nostra parte, con la app e la carta del pellegrino. Dai trasporti all'assicurazione, dal vitto all'alloggio, allo shop, ci sono tanti imprenditori e tante strutture che hanno garantito delle scontistiche.

«Chiediamo agli imprenditori romani un'attenzione, ma chiediamo anche ai pellegrini di essere loro stessi protagonisti nel trovare quelle forme che più offrono il prezzo coerente. Non dimentichiamoci che 32 milioni di persone che giungeranno a Roma porteranno un contributo prezioso al Pil di questo Paese. I soldi investiti ritorneranno moltiplicati».

Si è discusso molto sul Giubileo per le persone Lgbt. Come stanno le cose?

«Il Giubileo appartiene al popolo, è per tutti, non si può negare a nessuno. Tra le molte richieste più svariate, ne abbiamo avuta una dall'associazione La Tenda di Gionata (l'organizzazione che si occupa della pastorale delle persone omosessuali e transgender, ndr). Tuttavia, dopo la richiesta verbale - inserita nel calendario - non avevamo la certezza della loro partecipazione; abbiamo quindi tolto la giornata dagli appuntamenti fino a quando l'associazione si è iscritta come tutti gli altri. A quel punto è stata reinserita nel calendario. Abbiamo agito in modo trasparente. Voglio anche dire che non si tratta di un Giubileo specifico per una categoria di persone; sono credenti che vogliono fare un'esperienza di fede. Mi domando chi potrebbe proibire loro un pellegrinaggio alla Porta Santa».

Altro appuntamento molto atteso sarà il Giubileo dei governanti.

«Sarà molto interessante perché ci sarà l'interparlamentare internazionale che sarà ospite della Camera, segnale di un Giubileo che si apre a un carattere interreligioso. Poi ci sarà quello dei governanti cattolici con i riti dell'Anno Santo, l'incontro e la messa con il Papa. Stiamo ricevendo le adesioni, sono invitati tutti coloro che amministrano la res pubblica».

Come vive questo momento a livello personale?

«La dimensione personale non è la cosa più importante; ciò che conta è aver fatto insieme ai miei collaboratori tutto ciò che era necessario. Non dobbiamo mai dimenticare che questo, pur nella complessità dell'organizzazione, è un evento spirituale. Penso che il Papa mi abbia scelto per l'esperienza acquisita. Nel 2000 facevo già parte del comitato organizzatore ed ero il responsabile della commissione teologica storica. All'epoca ero ancora un giovane teologo, ma ho offerto il mio contributo. Poi c'è stato il Giubileo della misericordia e ora questo ordinario. La cosa più importante è stato poter collaborare con tutti, anche se non sempre è facile. Ci vuole tanta pazienza, ma essendo il Giubileo della speranza...».

Se dovesse scegliere una Giornata?

«Ne citerei tre: il Giubileo degli adolescenti, perché si trovano in una fascia di età critica. Sarà un momento di incontro, di conoscenza, di amicizia, ma anche di preghiera, di festa, di gioia. E poi ci sarà la canonizzazione di Carlo Acutis. Il secondo è il Giubileo dei Giovani, sarà bello vedere Roma invasa da almeno un milione di giovani da tutto il mondo.

Ma la Giornata che aspetto maggiormente sarà il Giubileo delle Confraternite, con la Virgen de la Esperanza di Malaga, el Cachorro, il famoso crocefisso di Siviglia. Insomma, ci saranno centinaia e centinaia di Confraternite che con i loro abiti e tradizioni indicano la ricchezza di una pietà popolare che supera il tempo e che mostra la devozione del nostro popolo».

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