Un Papa indagato, ma archiviato. È quanto emerso oggi su Joseph Ratzinger da fonti della procura di Monaco riportate da alcune testate tedesche e dall'agenzia stampa Deutsche Presse-Agentur. Al centro delle indagini, la presunta copertura dell'ex prete poi condannato per abusi, Peter Hullermann proveniente dalla diocesi di Essen e poi trasferito nell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga che fu guidata dal futuro Papa tra il 1977 ed il 1982.
Archiviazione
Dagli uffici della procura di Monaco si è venuto a sapere che tre importanti personalità della Chiesa bavarese "ancora in vita" erano stati "inseriti come sospetti" durante le indagini e che oltre a Benedetto XVI, vi erano finiti anche il cardinale Friedrich Wetter, suo successore, e monsignor Gerhard Gruber, suo vicario generale. Dall'ufficio del pubblico ministero, però, è emerso che le indagini "in ogni caso non hanno portato a sufficienti sospetti di atti criminali da parte dei responsabili del personale". Per questo motivo è scattata l'archiviazione.
L'indagine degli inquirenti si è concentrata sulla mole di documenti prodotta dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl che ha pubblicato il report sugli abusi avvenuti nell'arcidiocesi di Monaco-Frisinga tra il 1945 ed il 2019. Il mandato era stato loro affidato dai vertici dell'arcidiocesi stessa oggi guidata dal cardinale Reinhard Marx. Il lavoro dello studio legale, però, non ha portato a nuove incriminazioni perché, come ha dichiarato in conferenza stampa il procuratore capo Hans Kornprobst, “questi dati sono stati di scarsa utilità per le forze dell'ordine. Non hanno portato a nuovi procedimenti penali, figuriamoci a una condanna".
L'altra causa
Se la procura di Monaco ha ammesso di aver inserito Ratzinger nella lista degli indagati e di aver archiviato la sua posizione avendo appurato l'assenza di azioni criminose da lui commesse, sullo scandalo Hullermann c'è ancora un procedimento in ballo. Il tribunale regionale di Traunstein, infatti, dovrà decidere l'esito della causa civile intentata da una delle vittime dell'ex prete contro - tra gli altri - lo stesso Benedetto XVI. Essendo morto, però, la causa potrebbe continuare e a risponderne potrebbero essere i suoi successori legittimi, ovvero cinque cugini ancora viventi nel caso in cui accetteranno l'eredità del famoso parente. L'archiviazione decisa dalla procura di Monaco, tuttavia, dimostra l'estraneità di responsabilità penali nella condotta di Ratzinger ai tempi in cui rivestiva l'incarico di arcivescovo di Monaco e Frisinga.
I cugini eredi e il futuro di Gänswein
L'esistenza di una causa civile ha complicato l'eredità del primo Papa emerito della storia morto alla fine dello scorso anno. I cugini, infatti, accettando la sua eredità potranno entrare in possesso soltanto della sua disponibilità sul conto corrente a lui intestato e dovranno in ogni caso affrontare il procedimento che potrebbe prendere il via a Traunstein.
Il primo a parlare dell'esistenza dei cinque cugini di Ratzinger è stato domenica scorsa il suo segretario particolare - nonchè esecutore testamentario - monsignor Georg Gänswein. Di lui si parla anche per ciò che riguarda il suo futuro. Nell'ultima udienza, Francesco gli ha comunicato di non aver ancora deciso il suo nuovo incarico dopo che negli ultimi anni, pur rimanendo formalmente prefetto della casa pontificia, l'arcivescovo tedesco si era dedicato esclusivamente all'assistenza di Benedetto XVI. Mentre sembra svanire la possibilità di un suo approdo in Germania alla guida di una diocesi, sembra farsi largo tra i bene informati lo scenario di un suo trasferimento lontano dall'Europa come nunzio apostolico. Questo ruolo veniva dato per certo subito dopo la morte di Benedetto XVI ma le polemiche relative al suo libro scritto con Saverio Gaeta sembravano aver riaperto i giochi.
A confermare la voce che vorrebbe Gänswein inviato altrove come nunzio apostolico è anche il portale iberico Religion Digital che avrebbe appreso la notizia di una sua prossima designazione in Costa Rica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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