Ratzinger, il Papa che amava i gatti

Tra le tante cose per cui verrà ricordato il papa emerito Benedetto XVI, quella più particolare è sicuramente il suo grande amore per i gatti

Ratzinger, il Papa che amava i gatti

I vaticanisti e gli storici di tutto il mondo, in queste ore, stanno disegnando attorno alla figura del papa emerito Benedetto XVI, profili sul suo ponificato, sull'impronta data alla Chiesa nella sua vita, ma la gente comune e tanti romani, lo ricordano anche per un particolare che è stato sin da subito un suo segno distintivo, l'amore incondizionato per i gatti. Dopo la sua elezione a papa, arrivarono migliaia di mail da parte di animalisti e semplici appassionati, preoccupati del fatto che il suo Chico, un gatto a pelo corto bianco e nero, in realtà di proprietò dei suoi vicini di casa in Bavaria che aveva scelto lui come proprietario, non potesse seguirlo in Vaticano.

Venne addirittura intervistata dai quotidiani di mezzo mondo, Agnes Heindl governante di lunga data del fratello del papa, deputata in un primo momento a fare da badande sia al felino che ad un altro cucciolo multicolore suo amico. Sono molti gli abitanti di Borgo Pio, il piccolo quartiere a ridosso del Vaticano, che ricordano le sue passeggiate circondato da gatti randagi a cui portava portava frequentemente cibo e non è un caso, che durante il suo pontificato, uno degli oggetti più venduti fu un cappellino da cardinale per gatti.

Anche il Cardinal Bertone confermò questo suo grande amore: “Si fermava, diceva loro alcune parole in tedesco, probabilmente in dialetto bavarese. Portava loro sempre qualcosa da mangiare e se li tirava dietro fino al cortile della Congregazione della dottrina per la fede”. Una passione, quella per i felini, con cui Ratzinger è cresciuto, visto che la sua famiglia ne ha sempre avuti molti, e ogni volta che tornava per qualche giorno in Baviera, Chico si trasferiva a casa con lui e non c'era modo di farlo uscire.

Sempre il Cardinal Bertone raccontò un divertente episodio che spiega molto bene il sentimento che il papa emerito aveva per i felini: “Una volta da Borgo Pio è entrato in Vaticano con una dozzina di gatti al suo seguito, mentre parlava con loro una guardia svizzera gli disse: 'Eminenza sta organizzando l’invasione dei gatti in Vaticano?' Lui lo guardò ridendo e gli rispose: “Oh, non credo che siano pericolosi!”.

Non c'è quindi da stupirsi se ogni anno, invece di preziose pergamene preferisse appendere al muro, vicino ai tanti piatti di porcellana con le immagini di gatti collezionati da suo fratello durante i viaggi, un calendario a loro dedicato. Chico quello che amava di più, morì nel 2015 ed è è attualmente seppellito nel giardino della casa bavarese, ma non fu l'unico nella sua vita.

Oltre a quelli avuti nell'infanzia c'erano quelli delle colonie feline romane che adorava e a cui mandava spesso cibo, quelli nei giardini vaticani e anche Contessa e Zorro, i due che lo hanno accompagnato negli ultimi anni di vita nel monastero Mater Ecclesiae.

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