In Vaticano arriva l’ambasciatore di Trump "indigesto" a Bergoglio

Il presidente Usa eletto ha annunciato la nomina presso la Santa Sede di Brian Burch, presidente di un'associazione critica nei confronti dell'attuale pontificato

In Vaticano arriva l’ambasciatore di Trump "indigesto" a Bergoglio
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"Per me è un onore che mi attacchino gli americani". Questa frase, pronunciata cinque anni fa sul volo che lo portava in Mozambico, è emblematica per descrivere i rapporti non facili tra il Papa e gli Stati Uniti. In quasi dodici anni di pontificato non sono mancate tensioni tra Washington e il primo Pontefice latinoamericano. In particolare, la coabitazione è stata problematica negli anni della prima amministrazione Trump. Ora che il tycoon ha vinto di nuovo le elezioni, supportato anche dal voto cattolico di tendenza conservatrice, è probabile che le cose non miglioreranno. Un indizio sulla politica che il nuovo presidente statunitense terrà nei confronti del mondo cattolico si è visto con l'annuncio della nomina ad ambasciatore presso la Santa Sede di Brian Burch.

La nomina

Trump ha annunciato su Truth la sua intenzione di nominare Brian Burch, come futuro ambasciatore Usa presso la Santa Sede. L'uomo è presidente di CatholicVote, un'associazione di laici americani nata per difendere gli insegnamenti della Chiesa cattolica e che svolge attività di lobbying sui membri del Congresso per scongiurare l'approvazione di leggi considerate anti-cattoliche. Il presidente eletto ha elogiato Burch, definendolo "un devoto cattolico e padre di nove figli", lodando anche il suo impegno nella difesa dei diritti umani. Trump ha avuto parole di riconoscenza per lui, sostenendo di essere stato il candidato presidenziale più votato dai cattolici grazie anche al contributo di Burch.

Tendenza conservatrice

CatholicVote è un'associazione d'orientamento conservatore e negli anni dell'amministrazione uscente ha fortemente criticato Joe Biden per l'incoerenza delle sue politiche con la fede cattolica proclamata. Una delle tesi più rilanciate dall'associazione è stata quella secondo cui il non cattolico Trump avrebbe dimostrato più rispetto del cattolico Biden per la Chiesa. CatholicVote ha dato voce anche alle posizioni contrarie nei confronti del documento Fiducia Supplicans con cui Francesco ha aperto alla benedizione delle coppie formate da persone dello stesso sesso. L'associazione ha mostrato in diverse dichiarazioni pubbliche di non apprezzare la linea sinodale dell'attuale pontificato ed ha dato spazio anche ai Dubia che in due circostanze alcuni cardinali hanno inviato al Papa.

I rapporti Usa-Santa Sede

Il mondo cattolico conservatore ha supportato Trump anche negli anni della "traversata del deserto" successiva al 6 gennaio 2021 e non ha avuto dubbi su chi schierarsi in occasione delle presidenziali di quest'anno. Burch è senz'altro espressione di questa comunità a cui il presidente neoeletto ha riconosciuto il ruolo svolto nella sua campagna elettorale. Se arriverà a Roma, il nuovo ambasciatore non troverà un clima facile all'interno delle Sacre Mura. Quando gli era stato chiesto di scegliere tra Trump e Harris, Francesco aveva invitato i cattolici americani a optare per il "male minore", sostenendo che entrambi i candidati erano contro la vita. Negli sgoccioli della prima amministrazione Trump, i rapporti con la Santa Sede si erano fatti infuocati dopo l'attacco di Mike Pompeo alla firma dell'accordo sulla nomina dei vescovi con la Repubblica Popolare Cinese. Nell'ottobre 2020 la Segreteria di Stato non aveva nascosto il malcontento anche per l'organizzazione di un simposio sulla libertà religiosa voluto a Roma dall'allora ambasciatrice Usa presso la Santa Sede Callista Gingrich con la presenza di Mike Pomeo a cui Francesco aveva negato udienza per la vicinanza elettorale.

Le cose non sembrano destinare a migliorare con la nuova amministrazione dopo la nomina di un ambasciatore che viene dall'associazionismo più determinato a difendere gli insegnamenti di sempre della dottrina dalle aperture del cattolicesimo progressista.

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