La «vela» senza l’albero trascina Santa nella bufera

La «vela» senza l’albero trascina Santa nella bufera

L'albero di una nave ficcato nell'aiuola centrale di Santa Margherita Ligure, tre vele stilizzate tempestate di led e sul pennone la bandiera della città. «Ero sicuro che avrei fatto parlare», spara sornione il sindaco Roberto De Marchi, che ai suoi concittadini gioca un bel tiro: niente abete opulento, niente palle, niente puntale o stella cometa. Per ’sto Natale Santa si cucca la sua anima di mare fatta albero. Semplice semplice, che di giorno dice poco, ma la notte promette meraviglie. Dura da digerire. Che l'immaginario collettivo si sostanzia nel multicolor di quegli alberi magari accanto al camino, magari spruzzati di bianco, magari con gli angioletti, magari con la frutta secca. Con Giovanni Paolo II che lo sdoganò per piazza San Pietro. Albero e presepe, presepe e albero. A scaldarti il cuore. Laici e cattolici d'accordo, perché «tutto fa», magari anche solo tenersi ben saldi a quella tradizione di alberi e statuine e bue e asinello. E la tradizionalissima Santa alza il naso al pennone, non fa oh, ma cova.
Svolta secca di un sindaco che cambia marcia e ha l'ardire di metter mano al simbolo dei simboli. Pretestuoso o provocatorio che «dalla Val di Fiemme non hanno mandato l'albero»? De Marchi punta il senso passando per la causa ecologista, «usare alberi piantati ad hoc sembra un bell'alibi ipocrita per salvarsi l'anima», e ancora «se i Comuni d'Italia rinunciassero all'albero in 5 anni ne salveremmo 40.000» e comunque «il nostro Comune da oltre 40 che ne distribuiva, per questo Natale è sceso a 15». Ma la città è il suo sussulto? «I contrari sono quelli che hanno dato più voce alle loro corde vocali; dubito siano i più, anche se c'è un'oggettiva divisione». Con provocazione: «Che disastro se i sammargheritesi fossero stati parigini! Che ne sarebbe stato della Piramide del Louvre di Leoh Pei?». È la prospettiva allargata di un sindaco che pensa al Sony Center nel cuore di Berlino e al Business Center della Londra di Elisabetta II. «Elementi sì di rottura con la tradizione, ma una rottura apparente». Tutto vero sindaco, ma come glielo spieghiamo ai bambini che quell’albero-vela è «il sol dell'avvenire» per Santa? «L'obiettivo è sprovincializzare la città e aprirla al mondo. Sto intrattenendo un carteggio con Renzo Piano perché realizzi l'auditorium della musica.
Sarà ben poca cosa ma gliel'ho scritto: Renzo Piano merita Santa e Santa oso pensare meriti Piano». Il livello è altro, l'albero-pretesto innesca quel pensiero laterale che scuote le fondamenta e varca l'orizzonte. Tutta colpa di Cavalese che non ha l'albero di Natale per i grandi e piccini di Santa e suggerisce al De Marchi sindaco e pensatore di inventarsene uno che sa di mare, una vela illuminata, perché no? Pericoloso fare certe proposte a De Marchi che vola a Parigi e Berlino e ti scodella il top del led da gustarsi in notturna: «L'albero indica consapevolezza di svolta». Non pago, con videomessaggio alla popolazione su You tube chiama «parrucconi, sì, quelli incipriati della corte inglese», i tradizionalisti intransigenti per i quali no abete no Natale, anche se l'atrio del palazzo comunale ospita un alberone con tanto di fiocchi, «finto però - rintuzza lui - Alle frazioni li abbiamo fatti arrivare, ma quello della città doveva essere diverso». Uno per tutti che si mette di traverso è il capogruppo Pdl in consiglio Gianni Costa, che a farsi dare del parruccone non ci sta, «lui è votato al comunismo e in fondo non è mai cambiato»; e insiste: «È un nonsenso abolire questa tradizione e non credo pesi su un bilancio di 35 milioni di euro». Ma la svolta, l'aprirsi al mondo, Parigi, Berlino? «Le tradizioni sono tali e basta: aprirsi al mondo non significa cancellare l'albero che continua ad illuminarsi a New York e Parigi. Sono necessari altri investimenti sul turismo, in Liguria c'è troppo sociale».
Ma se addirittura da Cavalese vi consigliano l'albero-vela? «Con tutto il rispetto per i montanari, non aspettiamo i loro suggerimenti». C'era però a volontà di regalare come Pdl l'albero perduto al Comune, «e il sindaco ci ha suggerito di usare quei soldi per un'adozione a distanza.

Che non si permetta: io come rotariano vivo già questa esperienza». Rotta calcolata e svolta secca ma non troppo, che alla base dell'albero-vela pare ci sarà il presepe, giusto per quella via impervia del «moderno che si inserisce nella storia e nella tradizione».

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