Veltroni teme le spine della Margherita

Luca Rocca

È un Walter Veltroni arrabbiato, molto arrabbiato, quello che si incontra in questi giorni nelle stanze del Campidoglio. E il motivo di tanta rabbia è la Margherita. O meglio, la possibilità che il partito di Rutelli cambi il proprio capogruppo. È quasi certo, infatti, che domani sera l’attuale capogruppo Luca Giansanti sarà costretto a lasciare il posto al collega di partito Riccardo Milana. Il più che probabile avvicendamento, che nonostante tutto sta avvenendo senza troppe polemiche, nasce dalla volontà di gran parte del partito di dare alla Margherita, ora che inizia la campagna elettorale, quella visibilità politica che con la gestione di Giansanti obiettivamente non ha avuto. Milana sarebbe la persona adatta allo scopo. Ma la cosa non va giù al sindaco, che avrebbe voluto, invece, un capogruppo più morbido di Milana e pronto ad avallare le sue scelte senza tante storie, proprio com’è stato finora.
Ma la contrarietà di Veltroni alla decisione della Margherita non si è manifestata solo con il classico cattivo umore. Il sindaco è anche passato ai fatti. Raccontano i bene informati che qualche giorno fa Maurizio Mariani, Riccardo Milana, Gaetano Rizzo, Francesco Smedile e Luca Nitiffi, tutti Consiglieri comunali della Margherita, hanno scritto una missiva al capogruppo Giansanti per chiedergli di occuparsi di più della politica attiva sul territorio e meno di quella istituzionale, in modo da dare più visibilità al partito. La lettera, però, non è mai arrivata al destinatario perché nel frattempo i più stretti collaboratori del sindaco sono passati all’azione. Una volta individuato l’anello debole della catena, che a detta di tutti è Gaetano Rizzo, ex di Forza Italia passato col partito di Rutelli nel maggio del 2004, gli hanno intimato di mettere da parte la lettera perché la scelta di Milana come nuovo capogruppo avrebbe potuto rompere gli equilibri in Campidoglio. Rizzo, a cui Veltroni avrebbe promesso la presidenza del XX municipio, si è piegato facilmente e della lettera non si è saputo più nulla. Ovviamente gli altri quattro componenti della Margherita, venuti a conoscenza dell’accaduto, hanno deciso che questa volta le loro perplessità a Giansanti le avrebbero riferite di persona. Giansanti ha così convocato il gruppo consiliare per domani sera. Ma non è tutto. Qualche giorno fa, infatti, il capogruppo dei Ds in Campidoglio, Lionello Cosentino, ha incontrato un Consigliere comunale della Margherita, di cui si ignora il nome, a cui ha riferito una cosa molto semplice, e cioè che se il loro partito condurrà in porto la scelta di eleggere Milana capogruppo, il Sindaco la considererà un atto di arroganza nei suoi confronti. Ma da dove nasce la determinazione con cui Walter Veltroni sta tentando di far fallire l’operazione della Margherita? Sempre i bene informati dicono che molto probabilmente le forti tensioni nascono dal momento politico delicato in cui si troverà il Campidoglio da qui a poco, visto che ci si dovrà occupare della Lista unitaria, della 167 e del piano regolatore. Insomma, un capogruppo come Milana, certamente più combattivo di Giansanti, arriva, secondo Veltroni, nel momento meno opportuno.

A questo punto la Margherita si trova davanti a un bivio: lasciare a Giansanti la sua carica in modo da non infastidire il capo o rompere gli indugi, eleggere Milana e andare allo scontro? Quest’ultima è l’eventualità più probabile, anche perché Milana, ma soprattutto il sornione Smedile, non hanno nessuna intenzione di fare macchina indietro. Almeno fino ad oggi.

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