"Non vedo, non sento, non giudico". Quando si tratta di commentare vicende che toccano in qualche modo il suo mondo, Nichi Vendola fa una giravolta su se stesso e cambia modus operandi. La sua facondia si trasforma in riservatezza e laconicità. E così non entra nel merito dell'inchiesta sulla sanità pugliese che ha portato alla richiesta di carcerazione per il senatore Alberto Tedesco, all'epoca dei fatti assessore regionale. "La richiesta di carcerazione per qualunque essere umano - ha detto il presidente della Puglia a Radio Anch'io - è un
fatto drammatico e l’idea di farne oggetto di una discussione facile mi spaventa.
Per questo ho deciso di non seguire una pulsione giovanile e di non fare il giudice da grande: l’idea di
giudicare qualcuno mi spaventa".
Nessuna paura per il Cav Adesso Vendola ha paura, non vuole esprimere nessun giudizio, non vuol proprio parlare dell'argomento. Sul caso Ruby invece il leader di Sel non sembrava provare lo stesso pudore e i commenti contro il presidente del Consiglio si sprecavano. "Berlusconi si difenda nel processo", "Se commette reati deve risponderne come tutti i cittadini", "Il rinvio a giudizio del Cav è una macchia nera sul volto delle nostre istituzioni". E via dicendo. Dichiarazioni rilasciate senza tentennamenti o timori di sorta. Adesso invece, per Tedesco, con il quale Vendola ha detto di aver avuto "molti
anni di sodalizio umano", nessuna parola, se non in sua difesa, nemmeno di conforto.
Il legame con gli assessori Eppure, se è vero quanto dice, il presidente della Puglia tende a legarsi molto con i suoi assessori. "Voglio bene a ogni asssessore con cui lavoro, perché queste persone hanno la mia fiducia". Fiducia sì, ma adesso cosa resta? Un sodalizio che sembra spezzato, almeno a sentire le dichiarazioni del senatore Tedesco, ora autodimessosi, rilasciate in un'intervista al Tg1. "I rapporti con Vendola si sono interrotti dalla sua rielezione a governatore,
bisogna chiedere a lui il perché. Io ho fatto campagna elettorale per lui, mi ero espresso a suo favore
interloquendo direttamente con il presidente D’Alema che non era convinto della ricandidatura". Nessuna riconoscenza.
L'attacco di Tedesco E così Tedesco passa al contrattacco, lamentando una disparità di trattamento. "Il
reato era pressoché identico e anche i fatti contestati erano sovrapponibili al 90%, sicuramente c’è stato un
atteggiamento diverso da parte dei procuratori e non capisco per quale ragione" (la posizione di Vendola è stata archiviata).
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