Venerdì da incubo in città. Lo sciopero è quasi totale

La "toppa" di Atm contro le fasce non garantite non basta a scongiurare il blocco del traffico

Venerdì da incubo in città. Lo sciopero è quasi totale
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Ieri lo sciopero dei mezzi è stato più sciopero del solito. Con effetti disastrosi per i cittadini: traffico bloccato e code di ore per raggiungere casa o il posto di lavoro. A livello nazionale non era previsto il rispetto delle consuete fasce di garanzia e in città Atm ha cercato di evitare lo stop totale, facendo circolare in quegli orari almeno le metropolitane. A scapito però dei mezzi di superficie, garantiti solo in parte. I mezzi quindi si sono fermati tutti tra le 8.45 e le 15 e poi dopo le 18. Mentre prima delle 8.45 e nella fascia 15-18 le metro hanno funzionato. Mentre nello stesso orario, in teoria «garantito» e a differenza delle passate agitazioni, tram e autobus hanno circolato in forma molto ridotta.

L'adesione alla protesta, secondo i sindacati, è stata molto alta, con punte del 90 per cento dei lavoratori del Tpl. La cronaca della giornata. Dalle 8.45 hanno progressivamente chiuso le linee M1, M2 e M3. La M5 è rimasta in servizio solo fra Bignami e Tre Torri e la M4 tra San Babila e San Cristoforo ha chiuso intorno a mezzogiorno. È restata invece in funzione per tutto il giorno la tratta della M4 tra San Babila e Linate. Alle 15 è scattata la seconda fascia di garanzia e le metro sono ripartite, anche se molto affollate e un po' rallentate. I disagi sono continuati appunto in superficie. A partire dalle 18 infine l'ultima fase dell'agitazione ha causato un nuovo stop generale, metropolitane comprese, fino al termine del servizio.

Un video che ieri è circolato online ha mostrato anche una certa tensione tra gli stessi tranvieri. Si vede infatti un'accesa discussione tra un dipendente Atm che stava scioperando e un collega che aveva scelto di lavorare regolarmente a bordo di un autobus. Ci sono stati disagi inoltre per il traffico ferroviario regionale. L'agitazione non ha coinvolto il personale Trenord, tuttavia ha interessato i lavoratori del gestore dell'infrastruttura Ferrovienord e quindi il servizio ha avuto qualche problema.

Lo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale è stato indetto da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna «per il rinnovo del contratto nazionale (scaduto il 31 dicembre del 2023), per la carenza di risorse, per la mancanza di politiche di programmazione, per la riforma del settore e per la salute e sicurezza sul lavoro». Per la prima volta dopo quasi 20 anni, era annunciato, l'agitazione non prevedeva fasce orarie sicure, se non per i servizi minimi.

«A differenza dei precedenti scioperi - spiegavano le organizzazioni sindacali - non si prevede, nel rispetto della legge 146 che regolamenta il diritto di sciopero e una volta sola nell'ambito della vertenza di rinnovo di un contratto nazionale, la garanzia totale del servizio nelle fasce orarie che tutelano la mobilità dei viaggiatori ma sarà garantito, durante le fasce orarie previste a livello locale, l'utilizzo del 30 per cento del personale viaggiante e inoltre i servizi assolutamente indispensabili per la generalità degli utenti come collegamenti con porti e aeroporti nonché quelli specializzati di particolare rilevanza sociale quali trasporto dei disabili e scuolabus per materne ed elementari».

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