La verità sull’omicidio Claps riapre l’inchiesta su Erika

Giungerà dalla Procura generale di Salerno e dal magistrato Rosa Volpe l’ordine di procedere contro Danilo Restivo - finora unico indagato per la scomparsa e l’omicidio del 12 settembre 1993 della 17enne di Potenza Elisa Claps - anche per il caso di Erika Ansermin, la giovane donna di origine coreana, consulente commerciale nel campo della moda per una società milanese di via Borgogna e scomparsa in Val d’Aosta il 20 aprile 2003.
Nel tribunale campano sono parchi di parole in merito, ma decisi. Gli atti sui risultati dell’autopsia sul cadavere di Elisa Claps, arrivati ieri mattina, sono stati subito secretati ed entro la fine della settimana i magistrati decideranno come procedere. Tuttavia è chiaro che Restivo, residente nella tranquilla cittadina balneare inglese Bournemouth, è e resta il nucleo centrale attorno al quale ruotano le indagini. L’uomo, oltre che della scomparsa e della morte della Claps, è il principale sospettato anche dell’omicidio della sua dirimpettaia di Bournemouth, la 42enne Heather Barnett, uccisa il 12 novembre 2002 e per il quale è stato arrestato e rilasciato due volte. Inoltre, ancora prima, è stato interrogato anche per l’assassinio di una giovane coreana, uccisa sempre nella località inglese, il 12 luglio dello stesso anno. E in quest’ottica gli investigatori non dimenticano le foto e l’articolo ritrovati sul computer dell’uomo e riguardanti Erika Ansermin, la ragazza residente a Milano e scomparsa in Val d’Aosta nell’aprile di sette anni fa. Restivo, infatti, dopo il fattaccio della Claps, viaggiò moltissimo in Italia e all’estero e, prima di stabilirsi nel Regno Unito, abitò anche a Milano dove, ogni tanto, tornava.
Il magistrato di Aosta che indagò sulla scomparsa della Ansermin, Pasquale Longarini, è ancora più sobrio dei colleghi salernitani nelle sue dichiarazioni. «Per il momento non ci sono elementi nuovi - ci dice -, ma qualora se ne presentassero, se ci fosse una nuova pista, la riapertura dell’inchiesta è un fatto tecnico dal quale non si può prescindere».
Qualche elemento in più lo forniscono i carabinieri del capoluogo valdostano. I militari ci spiegano che benché quando scomparve Erika Ansermin, il giorno di Pasqua del 20 aprile 2003, Restivo formalmente vivesse già da un anno in Inghilterra, nessuno può dichiarare che i due non si fossero incontrati, che in qualche modo si potessero conoscere e frequentare, soprattutto in considerazione del fatto che Erika era una ragazza particolarmente riservata. Per i militari le indagini sulla scomparsa della giovane donna non si sono mai chiuse. Nemmeno dopo il sequestro della cartella clinica di Christian Valentini, il fidanzato di Erika, morto nella clinica Humanitas di Rozzano nel febbraio 2007. Qualche giorno prima di scomparire, infatti, Erika si sottopose a un test temendo un eventuale contagio da Hiv, il virus dell’Aids. La ragazza dopo alcune scoperte fatte sul conto del fidanzato, temeva che lui l’avesse contagiata. Erika scomparve senza mai poter vedere i risultati negativi del test. E i carabinieri giurano che, dal sequestro della cartella clinica di Valentini, non emerge nessuna correlazione con la malattia che lo portò a morire e un possibile contagio da Hiv.
I dubbi su Restivo, però, rimangono.

E le informazioni inquietanti che continuano, giorno dopo giorno, ad emergere su di lui non fanno che aggravare la sua posizione nei confronti delle giovani scomparse nelle città dove l’uomo ha vissuto. E quindi anche su Erika Ansermin.

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