“Una volta dentro non puoi più uscire”. Le parole di Carlos (nome di fantasia), un salvadoregno che conosce fin troppo bene le dinamiche delle bande MS13 e MS18, descrivono con una precisione quasi chirurgica la realtà delle gang.
Una realtà che, pur non essendosi radicata del tutto sul territorio lombardo, preoccupa non solo gli italiani, ma anche i salvadoregni onesti lavoratori come lui, che vedono macchiata la propria immagine. Descrive tutto, Carlo (GUARDA IL VIDEO). Dalle pratiche di affiliazione (“nella MS13 chi vuole entrare deve farsi picchiare per 13 secondi, 18 secondi per la MS 18”) alle azioni che compiono o che sono obbligati a compiere dal capo della banda.
Rapine, aggressioni con coltello o machete. Il tutto per prova o per vendetta nei confronti della gang rivale. Svela il significato dei tatuaggi (“chi ha una lacrima sul volto è perché ha ucciso qualcuno”), ci racconta quali zone frequentano, il pericolo che i componenti diventino sempre di più e la paura che i genitori nutrono nei confronti dei loro figli, “perché una volta dentro non puoi più uscire”.
Carlos li vede ogni giorno, osserva questi ragazzi minorenni che camminano per le strade milanesi indossando vestiti da rapper e magliette a maniche lunghe “per nascondere l'arma”. Decide di raccontare tutto, rischiando, perché è stanco di vedere vite e famiglie rovinate.
La Mara Salvatrucha per pericolosità negli Stati Uniti è considerata seconda solo a Cosa Nostra.
La MS-13 a Los Angeles, ma anche in Italia, si contrappone alla Ms-18. Nata negli anni ‘80 dai fuoriusciti salvadoregni per difendersi dagli altri sudamericani, in poco tempo è diventata una delle gang latinos più pericolose.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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