5 borghi che hanno ispirato i film in Italia

I luoghi italiani in cui sono stati ambientati alcuni tra i film più amati: Sciacca, la provincia pugliese, Camerata Nuova, Pescocostanzo e Sulmona

5 borghi che hanno ispirato i film in Italia
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Dagli anni ’90 in poi sempre più paesi e piccole città sono diventati i set naturali di tanti film, sebbene anche in passato ci siano state esperienze eccellenti e indimenticabili in tal senso. È un fenomeno affascinante, che ha creato nel tempo un vero e proprio turismo cinematografico legato dapprima ai film cult e successivamente alle pellicole più recenti.

È il caso di Montesilvano, dove fu girato appunto negli anni ’90, La guerra degli Antò, oppure Corvara, in cui furono ambientate le riprese di Omicidio all’italiana. Ma probabilmente il precursore del fenomeno fu Il ragazzo di campagna con Renato Pozzetto: la casa di Artemio si trova a Molino d’Isella, vero nome di Borgo Tre Case, diventata la meta preferita dei cinefili.

Sciacca

Sciacca

Sedotta e abbandonata di Pietro Germi, girato nel 1963, è un film importante, perché parla, sebbene con estrema leggerezza, di “matrimoni d’onore”, una pratica illegale dagli anni ’80. Si ride ma si riflette anche, e soprattutto si ammirano le bellezze di Sicilia. Parte del film è infatti ambientato a Sciacca: una Sciacca in bianco e nero ma che lo spettatore percepisce come ordinata e assolata nelle primissime scene nei pressi delle chiese di Santa Maria dell’Itria e San Michele Arcangelo, in cui ricade la casa della fittizia famiglia Ascalone e il Bar Sant’Angelo, che nella finzione scenica è il luogo di ritrovo dei mariti per parlare di questioni pruriginose. E con un finale all’interno della chiesa di Santa Maria delle Giummare.

La provincia pugliese: Castellaneta e San Vito dei Normanni

Provincia di Brindisi

Un salto in tempi più recenti. La Puglia è sicuramente una delle regioni più attive in quanto a location cinematografiche. E la provincia pugliese è un incanto, tra campagne ricche di vegetazione e borghi che si presentano intatti nel loro assetto tradizionale. Per esempio a Castellaneta, in provincia di Taranto, luogo di nascita del vero Rodolfo Valentino, il regista Nico Cirasola ha ambientato interamente il suo Rudy Valentino - Divo dei divi del 2017. San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, è invece stata location di Latin Lover di Cristina Comencini, del 2015: un omaggio al cinema italiano e ai suoi attori più grandi e affascinanti come Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Gian Maria Volontè, Giancarlo Giannini o Franco Nero. San Vito dei Normanni è visibile nelle riprese vicine all’ex cinema Melacca, nel Castello Dentice, e nelle piazze Carducci e Leonardo Leo.

Camerata Nuova

Lo chiamavano Trinità del 1970 con Bud Spencer e Terence Hill non è stato girato negli Usa ma nella bellissima Italia. Nello specifico parte delle riprese sono avvenute a Camerata Nuova, borgo che si trova nell’area metropolitana di Roma, e nello specifico sul Pianoro di Camposecco, ma vi si possono ammirare anche le cascate di Monte Gelato, che ricadono nel territorio di Mazzano Romano. Quindi molto più vicino a Cinecittà di quanto si pensi.

Pescocostanzo

Pescocostanzo

Straziami ma di baci saziami di Dino Risi è un film del 1968 che pone al centro della storia il cosiddetto “triangolo folk”, in cui due uomini e una donna semplici si ritrovano al centro di un amore diviso e deformato attraverso le lenti delle cronache degli amanti assassini e dei testi delle canzoni di Don Backy e Marisa Sannia. La prima parte del film è ambientata nella fittizia Sacrofante Marche, che altro non è che la reale Pescocostanzo in Abruzzo, tra inverni innevati, tradizioni semplici, canti e balli popolari, che sono parte integrante della storia.

Sulmona

Sulmona

Parenti serpenti di Mario Monicelli, del 1992, è un film che svela la cattiveria e l’ipocrisia degli esseri umani viste con gli occhi di un bambino.

Teatro della pellicola è la stupenda Sulmona, sempre in Abruzzo, della quale si ammirano piazza XX settembre, la chiesa di Santa Maria di Loreto, la chiesa di San Francesco della Scala, palazzo Sardi, la statua di Ovidio e via Amendola, in cui ricade la casa in cui la storia avviene. E in cui si mostrano alcune tradizioni natalizie, tra cui la “squilla”, una campanella che dà il via alla riverenza nei confronti di genitori e nonni.

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