A Roma, la colazione di Pasqua è un tripudio di profumi e sapori. Si tratta di un pasto molto abbondante che, per la varietà di pietanze, sia dolci che salate, potremmo definire impropriamente l'antesignano del brunch contemporaneo. Chiaramente, l’accostamento con la tradizione anglosassone è azzardata dal momento che la "colazione rinforzata", l’altro nome con cui è nota, vanta origini antichissime.
Le origini della colazione di Pasqua a Roma
Come molti già sapranno, la Pasqua è la festività più importante per il mondo Cristiano. In questa ricorrenza si commemora la resurrezione di Gesù Cristo al termine della Quaresima: un periodo liturgico, della durata di quaranta giorni, che culmina nella Settimana Santa e con la commemorazione degli eventi biblici che narrano la persecuzione, la crocifissione e la morte del Signore.
La tradizione cattolica prevede che dalla fine del Carnevale fino alla Pasqua, si osservi il digiuno, inteso come pasto unico nell'arco di 24 ore, e l'astinenza dalla carne. Quest'ultima pratica è regolata dal Codice di Diritto canonico (canone 1251) che stabilisce quanto segue: "l’astinenza dalle carni o da altro cibo, secondo le disposizioni della Conferenza episcopale, in tutti i singoli venerdì dell’anno, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità; l’astinenza e il digiuno, invece, il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì della Passione e Morte del Signore". La "legge dell’astinenza" può essere osservata solo da coloro che abbiano già compiuto il 14esimo anno di età, mentre il digiuno dai 18 ai 60 anni escludendo le persone affette da patologie e gli ammalati (canone 1252).
In tal senso, la colazione romana di Pasqua è da intendersi come un momento di convivialità e ristoro dopo il lungo periodo di astinenza dal cibo. Ciò spiega l'abbondanza di pietanze dolci e salate.
Cosa si mangia
Lo abbiamo accennato prima: a Roma, la colazione di Pasqua è un trionfo di profumi e sapori. Un omaggio all'antica tradizione culinaria capitolina e, in generale, a quella dell'intera regione Lazio.
Il menu prevede un ricco antipasto di salumi e uova che, nella simbologia religiosa cristiana, rappresentano la rinascita. Nell'Antica Roma venivano consumate (generalmente sode e col guscio tinto di giallo o porpora) al risveglio del giorno di Pasqua. Anche gli insaccati, come da tradizione pasquale che si rispetti, non possono mancare. In particolar modo la corallina romana: un salame di colore rosso scuro, a grana grossa, realizzato con carne di maiale e lardo.
Un'altra pietanza imprescindibile della colazione romana di Pasqua è la frittata di carciofi oppure, in alternativa, quella di agretti o piselli (una verdura tipicamente primaverile dal sapore acidulo) insaporita con una spolverata abbondante di pecorino locale e altri formaggi.
Immancabili anche le torte salate: dalla preparazione classica, con uova sode e spinaci, a quella con gli asparagi selvatici. E poi la coratella, ovvero, un piatto preparato con le interiora di abbacchio e accompagnato da un gustoso contorno di carciofi trifolati o "alla giudia".
Infine, non possono mancare i dolci e il
cioccolato. Oltre alla colomba, si prepara anche la pizza sbattuta: un lievitato molto soffice che, per forma e consistenza, ricorda un pan di Spagna. A completare il pasto, vino e liquori in abbondanza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.