La storia dell’Unità d’Italia, come sempre accade nella storia, è una vicenda complessa che non può essere raccontata solo per tappe temporali. Ci sono i prodromi, i personaggi, e talvolta ancora oggi non mancano delle polemiche e dei falsi propagandistici - pur tuttavia incomprensibili in uno Stato come quello odierno, che è repubblicano e democratico.
Ma nell’Unità d’Italia ancora oggi sono i luoghi a parlare, a raccontare, spesso attraverso una fruizione pubblica: da Quarto a Marsala, da dove partì e dove approdò la spedizione dei Mille, fino a Calatafimi, dove si svolse una sanguinosa battaglia il 15 maggio 1860. Tuttavia può essere anche interessante andare a guardare con occhi differenti edifici che hanno una diversa funzione da quella che assunsero nel Risorgimento - com’è per esempio nel caso di Firenze.
Torino
La prima capitale d’Italia, dal 1861 al 1864, fu Torino, città che ha dedicato un museo al Risorgimento. Il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano è ospitato a Palazzo Carignano e organizzato attraverso percorsi tematici che raccontano la storia in chiave geograficamente più ampia rispetto al territorio italiano. È aperto dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18. Il biglietto intero costa 10 euro ma sono previste diverse agevolazioni.
Al centro di cicliche polemiche è invece il Museo di Antropologia criminale Cesare Lombroso, che in realtà accoglie i primi studi pre e immediatamente post-unitari su questa materia: si tratta di tesi tutte confutate, basate sull'ipotesi errata che la tendenza al crimine avesse un legame con la fisionomia e la capacità cranica. Il museo è da visitare anche per la sua importanza storica: gli errori del passato, soprattutto nelle scienze, non devono essere dimenticati. Il museo è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 18. Il biglietto intero cumulativo è di 10 euro, ma sono previste agevolazioni, oltre che la gratuità il mercoledì.
Firenze
Dal 1865 al 1871 fu Firenze la capitale d’Italia. Gli edifici gentilizi accolsero quindi le istituzioni del neocostituito Regno. Per scoprirli, basta visitarli: Palazzo Pitti fu sede per il re, mentre Palazzo Vecchio ospitò la Camera dei Deputati e il Ministero degli Esteri, agli Uffizi c’era il Senato del Regno, e a Palazzo Medici Riccardi c’erano gli uffici della Presidenza del Consiglio e del Ministero degli Esteri.
Roma
Roma fu proclamata capitale nel 1861, ma lo divenne di fatto solo nel 1871, quando furono trasferite lì tutte le sedi istituzionali, in testa gli uffici di Vittorio Emanuele II. In suo onore fu progettato e costruito il Vittoriano, chiamato anche Altare della Patria. Tra progettazione e realizzazione ci vollero dal 1885 a 1935, a partire dall’idea dell’architetto Giuseppe Sacconi, che lo volle in stile Neoclassico. Fu inaugurato però nel 1911, in occasione del cinquantenne dell’Unità.
Napoli
Il Palazzo Doria D’Angri, che si trova in centro a Napoli, è uno splendido edificio neoclassico, realizzato da Luigi e Carlo Vanvitelli, Ferdinando Fuga e Mario Gioffredo. Nel 1860, dopo l’ingresso dei Mille in città, Giuseppe Garibaldi si affacciò alla balconata dell’edificio annunciando l’annessione del Regno delle Due Sicilie. L’occasione fu dipinta da Franz Wenzel Schwarz, che consegnò ai posteri la facciata originaria del palazzo, facciata che durante la Seconda Guerra Mondiale fu pesantemente danneggiata. Il Palazzo Doria D’Angri è oggi una sede museale limitatamente al Piano Nobile, che può essere visitato previa prenotazione.
Solferino e San Martino della Battaglia
A Solferino e San Martino, località che furono luoghi di una sanguinosa e cruciale battaglia risorgimentale il 24 giugno 1859, ci sono diversi luoghi e strutture museali che raccontano il processo di annessione al Regno e la ribellione delle popolazioni locali al dominio austro-ungarico. Uno di questi luoghi è sicuramente la Torre di San Martino: su questo colle i soldati che si battevano per l’Unità combatterono strenuamente e in loro onore, come in onore di tutte le personalità politiche che caratterizzarono l’annessione, fu costruita la Torre tra il 1880 e il 1893. Può essere visitata, ma è meglio consultare il sito perché giorni e orari cambiano in base alla stagione.
Venezia
L’intera città di Venezia ebbe un ruolo nel Risorgimento, dato che si è sempre trattato di una località dall’importanza storica e strategica.
L’assedio austro-ungarico durò a lungo, e quella storia viene narrata poeticamente in L’ultima ora di Venezia di Arnaldo Fusinato, che celebra l’inizio dell’insurrezione veneta che precedette le Cinque Giornate di Milano, e che contiene l'iterazione dei versi: “Il morbo infuria / il pan ci manca, / sul ponte sventola / bandiera bianca”. Che ci si trovi su una gondola o a passeggio per le calli, rileggere questa poesia significa immergersi in quell’atmosfera di tristezza e riscatto, sebbene molta acqua sia passata da allora sotto il Ponte dei Sospiri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.