Spesso protagonista di antichi miti e poemi epici conosciuti in tutto il mondo, la Sicilia vanta una ricca tradizione di leggende e racconti legati all’isola, alle sue coste e ai suoi luoghi più interni, storie affascinanti e caratterizzate da un fitto alone di mistero.
Alcune delle leggende siciliane più celebri rimandano all’Odissea di Omero, che si dice abbia voluto ambientare l’episodio dei mostri Scilla e Cariddi nello Stretto di Messina e quello dei Ciclopi nei pressi di Catania, inserendo nel testo anche le Isole Eolie come scenario ideale di Eolo, il dio dei venti che diede molto filo da torcere a Ulisse e ai suoi compagni che cercavano di tornare in patria.
La Riviera dei Ciclopi
Il tour tra i luoghi della Sicilia protagonisti di racconti leggendari inizia proprio dalla Riviera dei Ciclopi, un tratto di costa lungo circa dodici chilometri a nord di Catania, tra Acireale e Aci Castello.
In questo scenario naturale aspro e incontaminato, secondo la tradizione, avrebbe vissuto Polifemo insieme ai Ciclopi, giganti con un unico grande occhio sulla fronte che furono ingannati dall’astuto Ulisse, fatto prigioniero insieme ai suoi compagni al ritorno dalla guerra di Troia.
La Riviera dei Ciclopi è caratterizzata dalla presenza di una scogliera alta diversi metri: si dice che Polifemo, in cerca di vendetta dopo essere stato accecato, abbia scagliato alcune enormi rocce in mare contro la nave di Ulisse in fuga.
La leggenda delle Teste di Moro
Uno dei simboli della Sicilia è rappresentato dai vasi in ceramica che richiamano le Teste di Moro, oggetti molto particolari dietro i quali si cela una storia che rimanda alla dominazione araba.
Si narra, infatti, che nel 1100 a Palermo una giovane ragazza abbia compiuto un omicidio passionale ai danni di un arabo, che le aveva dichiarato il suo amore. Pur ricambiandolo, la donna decapitò l’uomo per vendetta, dopo aver scoperto il suo imminente ritorno in patria: la testa venne poi usata come vaso per il basilico, messo in bella mostra sul balcone.
La storia di Colapesce
Altrettanto popolare è la leggenda di Colapesce legata a Messina, dedicata al giovane Nicola e alle sue abilità come nuotatore e pescatore. Secondo l’antico racconto, l’Imperatore Federico II di Svevia decise di sottoporre Colapesce a una dura prova, chiedendo al giovane di recuperare una coppa in mare aperto. A questa impresa ne seguirono altre due, alla ricerca della corona imperiale e di un anello gettato nelle profondità marine, ma da quest’ultima avventura Nicola non riuscì a riemergere.
Stando alla leggenda, inoltre, Colapesce decise di restare negli abissi per sorreggere una delle colonne su cui posava la Sicilia, riemergendo solo una volta ogni cento anni.
La leggenda del gigante Encelado sull’Etna
Una delle leggende più conosciute legate all’Etna, infine, ha come protagonista il gigante Encelado. Deciso a spodestare Giove, decise di raggiugere il cielo facendosi aiutare dai suoi fratelli e costruendo una lunga scala fatta di rocce e montagne.
L’impresa si rivelò più difficile del previsto, tanto che i giganti accatastarono tutte le vette più alte prelevandole anche dalla vicina Grecia e dall’Asia, non riuscendo comunque a raggiungere la meta.
Furibondo e contrariato da questo tentativo, Giove scagliò i suoi fulmini sui giganti facendoli precipitare a terra e,
non contento, seppellendo Encelado sotto le rocce frantumate che formarono l’Etna. Sempre secondo il racconto, le eruzioni del vulcano si devono proprio alla rabbia del gigante che ogni tanto si risveglia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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