(...) ma un po' di mondo che ha girato in questo strano passaggio di confini. Giusto per fare la conta: l'ex coordinatore Sandro Bondi e l'attuale Denis Verdini sono nati qui, hanno respirato quest'aria di paese medaglia d'argento al valore della Resistenza, hanno macinato chilometri lungo le sue valli e adesso stanno in Parlamento. E il trucco dov'è? C'è da farci un giro, che la Toscana rossa si cova la sua serpe in seno. Davanti la fontana Medicea di Fivizzano firmata Cosimo III. Tu col tuo notes e loro che forse un po' ci marciano. Oriano Spadoni, occhio ceruleo e baffo arzillo, consigliere comunale da mo' e neo eletto consigliere provinciale a Massa Carrara («nel capoluogo ho doppiato i voti del candidato Pd Angeli»), la prende da lontano. Residenza dei Medici, piazza da incanto, antichi palazzi a corona. Di lì transita il professor Eugenio Bononi. Spadoni lo agguanta: «Professore, un po' di storia...». Figurati «Jacopo da Fivizzano aprì qui nel 1471 una delle prime stamperie d'Europa». Ora ti spieghi l'arcano. Altro che montanari e contadini, qui circolavano gli scritti di Giovenale e Virgilio e quella cultura in ordine sparso che semina e si raccomanda agli dei. «Scriva anche di Luigi Fantoni, cercatore di incunaboli». Fivizzano che dà i natali a Nicolo V, Papa Parentucelli, e nel 1849 si guadagna il titolo di «città nobile». Paese di umanisti e dotti, tra il 500 e 600 contava 86 tra medici e giureconsulti e a cavallo tra 800 e 900 quasi 100 laureati. «Quella è la casa della moglie di Edmondo Bernacca - fa segno Spadoni - Vive a Roma con la sua figliola, ma a Pasqua erano qui. Sa, lei è di Fivizzano, è una Bernabò, figlia della Isa che vendeva tessuti nella piazza principale». Flash, Carosello, il colonnello impeccabile che raccontava le previsioni del tempo. Ti senti nel paese dell'orologio rallentato, icone fregiate sui muri, segni venuti su nella terra a marchiare chi transita. E tutto 'sto fermento culturale in questa «perla sperduta tra i monti» cantata dal Carducci? Intanto lo scultore e pittore Pietro Cascella ha scelto di vivere nel Castello di Verrucola, un incanto medievale cinto dal borgo ristrutturato e abitato da locali e foresti. E Caso vuole che Cascella realizzi il Mausoleo di Silvio Berlusconi a Villa San Martino ad Arcore. E Caso vuole ancora che sia lo stesso Cascella a condurre Sandro Bondi ad Arcore per presentarlo al Cavaliere. Corsi e ricorsi, che Fivizzano fu galeotta. Per colpa di chi? Retroterra, retrogusto, antichi vizi e storie strane di elisir. Ci sta, siamo nell'utopica Lunezia.
E Verdini? «Per la precisione è della frazione di Gassano - appunta Spadoni - Uomo di grande eleganza suo padre. Ha qui i parenti, ma s'è trasferito quasi subito a Firenze». Nel 2005 è eletto a Firenze nella lista di Forza Italia e alle politiche del 2006 viene riconfermato deputato. Fresca la nomina a coordinatore nazionale di Fi. Ma a Gassano non ci sono i genitori di Bondi? Lanfranco Clementi, capogruppo di Fi in comune, nonché amico di Bondi, alza il telefono: «Maria, passiamo per un saluto?». Clic. «Ci aspetta». Due curve in giù, un crocchio di case e la bandiera italiana al cancello. Lanfranco gira la chiave nella toppa, che qui si usa ancora così. Entri, sono in cucina a preparare i ravioli. Maria, la mamma di Sandro, si toglie il grembiule e ci accompagna in salotto, insieme al marito Renzo. Foto del figlio e l'intimità di una casa discreta. Lui che gioca a calcio, «parla poco, non è molto espansivo. È un po' come me - sussurra - Lo vedo poco, Sandro. Speravo prendesse la Provincia così lo avrei avuto qui più spesso». Un viaggio a zig zag a restituire foto incrociate e personaggi che ci sono rimasti avvitati a questa terra in valore assoluto. «Era un nodo mercantile di grande interesse - rintuzza Spadoni - Nel '30 qui c'erano almeno 7 alberghi e oltre 150 cantine. Fivizzano era sulla Modenese, la via di collegamento con l'Emilia. Detto tutto. Oggi è in caduta libera». Traffici, scambi e la magnifica ossessione della conoscenza. Vengono su così questi uomini di Fivizzano, marchiati in corsa. Che qui c'è nato Giancarlo Cimoli, ad esempio, manager di Ferrovie dello Stato prima e Alitalia poi. E Costantino Berlenghi, generale di Corpo d'Armata e 30° comandante generale della Guardia di Finanza.
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