Viaggio nell'autoritratto. Maxi mostra alla "Pini"

Una collettiva nella Fondazione (restaurata). Castiglioni: "Artisti di differenti generazioni"

Viaggio nell'autoritratto. Maxi mostra alla "Pini"
00:00 00:00

È bello aggirarsi negli spazi della Fondazione Adolfo Pini, recentemente riaperta al pubblico dopo un complesso lavoro di restauro, e trovarla popolata di nuove e interessanti presenze. In occasione della Milano Art Week che per questa settimana vede l'arte contemporanea animare gli spazi della città, «Ritratto entro uno specchio convesso», mostra collettiva a cura di Alessandro Castiglioni, è una chicca da non perdere (fino al 30 giugno). Il titolo - racconta il curatore - è una citazione esplicita di «Autoritratto entro uno specchio convesso», un dipinto del Parmigianino del 1524 in cui l'artista ritrae la propria immagine distorta in una semisfera. «Il poeta americano John Ashbery, nella sua raccolta del 1975, ha trasformato il quadro in un'immagine esistenziale e in una metafora: da qui sono partito per progettare la mostra. In fondo, nessun autoritratto è mai realistico: la realtà è sfaccettata e complessa». L'esposizione, come vedete anche dalle foto in pagina, propone opere tra loro molto varie: troviamo i lavori di Marina Ballo Charmet, Francesco Bertocco, Rita Canarezza & PierPaolo Coro, Stefano Cagol, Ermanno Cristini, Barbara De Ponti, Chiara Dynys, Giovanni Ferrario, GianMarco Porru, Luca Scarabelli, Valentina Vetturi e una reading room a cura di Alessio Pasqualini. Sono disegni, sculture, fotografie e video. «L'intenzione era di popolare la casa-museo con artisti di diverse generazioni, per animare con nuove presenze una casa che è stata lo specchio di un proprietario e di suo zio, e anche della Milano di quel tempo». Vale la pena allora una piccola digressione sulla Fondazione Pini che vive nella casa che fu di Adolfo Pini, membro della famiglia che ha dato a Milano medici visionari come Gaetano e Paolo e poi Piero, l'ingegnere della diga di Assuan, di cui Adolfo (1920-1986) è figlio. La sua casa di corso Garibaldi è stata per anni un salotto raffinato della nostra città, ché Adolfo Pini era fisiologo dal carattere estroverso e ottimo padrone di casa. Alla morte, senza eredi, decise di consacrare gli spazi di casa alle opere d'arte realizzate dell'amato zio Renzo Bongiovanni Radice e noi oggi possiamo ammirare i delicati dipinti nella collezione permanente della Fondazione.

«Questa mostra entra in punta di piedi in uno spazio così connotato spiega Castiglioni - ogni opera è stata posizionata come ad attirare l'attenzione non tanto su di sé, ma sugli interventi di restauro che sono stati fatti nelle sale: gli artisti sono entrati con grande rispetto di questo luogo che custodisce la memoria di una famiglia».

Marina Messina, presidente della Fondazione Adolfo Pini aggiunge: «Questo primo allestimento mira ad accendere l'interesse sui ben culturali conservati nelle case-studio della nostra città e a creare una rete di relazioni tra artisti contemporanei e istituzioni pubbliche e private, con l'obiettivo di diffondere la conoscenza di questi tesori a un pubblico sempre più vasto».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica