Dopo diversi giorni di prigione all'interno di una cella della polizia turca venne liberato perché si scoprì che la sostanza che portava addosso non era droga ma semplicissimo borotalco. Ed oggi, ad anni di distanza, ottiene un risarcimento per quella ingiustizia ormai lontana nel tempo.
Ha del surreale la vicenda accaduta nel 2016 a un uomo di 46 anni residente a Vicenza, che si era recato in viaggio in Turchia. Al momento di imbarcarsi all'aeroporto di Ankara, però, venne fermato con un'accusa molto seria: quella di essere un trafficante internazionale di droga. A insospettire gli agenti un sacchetto con dentro una sostanza che, a un primo esame sommario, poteva anche sembrare cocaina.
Dopo il fermo, racconta il Giornale di Vicenza, all'uomo furono sottratti i documenti, venne rinchiuso per quattro giorni in una cella di sicurezza nell'aeroporto della capitale turca e per altri quattro giorni venne trattenuto in città. Dopo un esame più attento però emerse che nel sacchetto che il 46enne portava con sè non c'era cocaina né alcun tipo di altra sostanza stupefacente ma solamente dell'innocuo borotalco indiano.
Un prodotto acquistato durante un viaggio e utilizzato per proteggere la pelle. L'incidente si chiuse immediatamente con tante scuse da parte delle autorità della Mezzaluna. Ma non è tutto.
Oggi, oltre due anni dopo quei fatti, l'uomo residente nel capoluogo berico si è anche visto riconoscere un
risarcimento di 4mila euro per il disagio che ha dovuto subire. Ora il malcapitato si dice soddisfatto per essere riuscito a "far valere il principio che la libertà personale è un bene inviolabile, e che ci sbaglia deve pagare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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