Le vie dello shopping sono infinite e fanno bene alle tasche di Milano. Il 70 per cento dei turisti, infatti, sceglie il capoluogo lombardo proprio per fare spese e il 43 per cento ridurrebbe il soggiorno se non dovesse fare compere.
Oltre al Duomo e alle mostre, sono i negozi e le vetrine griffate la vera attrazione di Milano. Meta immancabile, per gli stranieri che passano per Milano, sono le vie della moda: da quelle più care a quelle più giovani e a buon mercato. I numeri non sono di poco conto. L’attrattività dei negozi milanesi è un indotto per il turismo che vale un miliardo all’anno. I dati emergono da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sulla ricerca «Shopping a Milano» realizzata tramite Iulm nel 2009.
Il punto di riferimento principale è la zona intorno al Duomo, che vale per indotto turistico sulla città quasi 200 milioni di euro, seguita da corso Vittorio Emanuele (quasi 150 milioni). Mete emergenti, scelte soprattutto dai turisti più giovani, sono via Torino e Buenos Aires. Via Torino, sede per eccellenza delle catene in franchising e dei negozi per i teen agers, ha generato guadagni per 100 milioni di euro. E corso Buens Aires, con i suoi 65 milioni di euro, si conferma il primo polo di attrazione fuori dal centro. Tedeschi, spagnoli, svedesi: sono loro i protagonisti della tenuta del turismo milanese anche in periodo di crisi. Mentre calano i tradizionali turisti americani, giapponesi e russi.
Insomma, lo shopping è un motivo per restare più a lungo in città per quasi un turista su due (42,8%), soprattutto tra gli stranieri (47%). La moda traina Milano anche sulla stampa estera. L’immagine della città meneghina sui quotidiani stranieri si lega soprattutto alla moda (23,5% degli articoli che parlano della città) tra le sfilate e la competizione con Parigi. Emerge dalla ricerca «L’Europa vede Milano» sempre della Camera di commercio attraverso l’università Iulm che ha monitorato l’immagine della città su quasi 1.600 articoli pubblicati dai principali giornali di stampa estera. «Per fortuna ci sono i turisti a riequilibrare un po’ i conti - commenta Giorgio Montingelli a nome dell’Unione del commercio - In città lavorano 250mila immigrati e almeno il 60 per cento di ciò che guadagnano viene spedito nel loro paese d’origine, sono soldi che non restano a Milano. A rimettere un po’ in sesto i conti ci pensano i turisti. Teniamoceli cari e cerchiamo di aumentare la loro presenza a Milano».
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