La Valtellina offre numerose opportunità di scelta perfino al più incallito conoscitore di vini internazionali. Soprattutto a chi da sempre ha nella testa e nel cuore l'eleganza del nebbiolo. Sinonimo di rossi essenziali, tenaci, longevi. La Valtellina ha sempre donato vini mineralissimi, verticali nella disposizione al palato (acidità e tannini marcano e pressano), tanto sotterranei quanto originali nella proposta aromatica.
Il suo limite non è un fatto di stile: è vero che dona rossi più snelli di quelli prodotti con la stessa varietà tra Barolo e Barbaresco, ma al meglio sono così infiltranti, vibranti, inconsueti che non puoi non amarli. Il suo limite, invece, era legato alla scarsità di produttori: qui la viticoltura è eroica sul serio, l'uva spesso non era pagata il giusto e per molti decenni la campagna fu abbandonata dai giovani. Così per troppo tempo le firme a disposizione dell'appassionato erano sempre le solite. Sebbene quel limite è ancora lungi dall'essere cancellato, oggi le risorse interpretative della denominazione sono vivaddio in crescita.
Tra gli outsider, meritano un posto di primo piano Pierpaolo Di Franco e Davide Fasolini a Ponte in Valtellina, telefono 0342.050667; Nicola Nobili a Poggiridenti Piano, 0342.511188; Marco Fay a Teglio 0342.786071, Giorgio Gianatti a Montagna 0342.380033; Alberto Marsetti a Sondrio, 0342.216329.
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