Piera Anna Franini
Ancora porta le ferite del sisma dello scorso autunno, con palazzi assediati da ponteggi mentre spuntano costruzioni dalle tinte sorprendentemente vive, ringiovanite grazie a ristrutturazioni a tempi di record. Salò non si arrende anche sul fronte culturale, così continua a rendere omaggio a uno dei suoi più geniali figli: Gasparo Bertolotti, in arte Gasparo da Salò, liutaio cui verrebbe attribuita linvenzione del violino.
Parte questoggi la rassegna, alla sua quarantasettesima edizione, Estate Musicale del Garda: quattro concerti con violinisti di vaglia italiani o tali per adozione. Il caso questultimo - di Sergej Krilov, moscovita, classe 1970, ma da anni accasato in Lombardia, a Salò il 30 luglio per il Secondo Concerto di Prokofiev.
Italianissimo, di Busto Arsizio, Uto Ughi che apre la rassegna che avrà poi il sigillo (il 4 agosto) di Salvatore Accardo: assieme a Ughi icona del violinismo di casa nostra. In mezzo, anche da un punto di vista generazionale, Domenico Nordio e il violista Luca Ranieri (21 luglio). Mini-festival che è pure loccasione per ripassare i punti cardine della letteratura per violino: Concerto di Beethoven, Secondo di Prokofiev, Concerto di Schumann e di Cajkovskij.
Uto Ughi esegue il Concerto in re minore di Cajkovskij condiviso con lOrchestra Haydn di Bolzano diretta dallo svedese Ola Rudner. Appuntamento alle 21.30 in piazza del Duomo, anticamente culla di una scuola musicale di assoluto riguardo con punte in Orazio Vecchi e Ferdinando Bertoni. Sui leggii, un concerto-gioiello, tale per equilibrio fra scorci lirici e un virtuosismo disinibito, melodie avvolgenti che hanno fatto la fortuna di Cajkovskij e frenesie di danze colte dal bagaglio russo. Caratteri che il violinismo di Ughi concilia ad arte, da quando linterprete con una carriera lunga mezzo secolo, si affacciò sulla scena concertistica nei panni di fanciullo prodigio, dallintonazione perfetta, varietà di timbro e dinamica, assoluta padronanza della tecnica.
Ughi è un musicista di primordine e pure instancabile polemista: pronto a rilasciare interviste al curaro, puri sfoghi sullo stato di salute del sistema musicale italiano. Inveisce, ma in quanto uomo dazione non teme di mettersi in gioco costruendo: promuove concerti gratuiti nei teatri, auditorium, scuole e carceri, con lobiettivo di raggiungere i ragazzi che nella migliore delle ipotesi associano Bach ai fiori.
Gli sfoghi del Romanticismo doloroso di Cajkovskij trovano compensazione nel marmo classico della Settima Sinfonia di Beethoven. A proporla, lOrchestra Haydn, complesso nato nel 1960, attento alla valorizzazione se non riscoperta di pagine ai bordi del repertorio (non proprio il caso delle partitura in programma stasera). Nellalbo doro di chi lha diretta, spiccano Claudio Abbado, Riccardo Muti, Riccardo Chailly.
Oggi la Haydn collabora con il suo direttore stabile, Ola Rudner, di Gislaved (Svezia), cresciuto dal punto di vista della direzione sotto lala di Sándor Végh. Notevole anche il percorso violinistico di Rudner, primo violino di varie orchestre, tra cui la Camerata Salzburg, Wiener Volksoper e Wiener Symphoniker.
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