Viva la tv con i cani ma senza i politici

Partito ieri il Tg di Canale 5 dedicato agli animali: pieno di informazioni e immagini commoventi

Finalmente le bestie hanno con­quistato un posto in tv. Se lo so­no meritato. Ma che fatica. Ci vo­leva Clemente Mimun, direttore di lun­go corso, attualmente al vertice del Tg5 (Mediaset), a spalancare loro le porte. Ieri, per la prima volta nella storia, è an­dato i­n onda sul pic­colo schermo un no­tiziario (privo di conduttori) dedica­to completamente agli zoo domestici. Un esordio felice al quale mi onoro di aver contribuito con una comparsa­ta che mi ha permesso di parlare alcuni minuti dei miei tesori: i cavalli, ai quali si aggiungono vari quadrupedi, bipedi e pennuti.

Per fare il verso a Oscar Wilde: più co­nosco gli uomini e più apprezzo gli ani­mali.
In questa sintesi mi ci ritrovoin pieno. A onor del vero, in un lontano passato, quando la tv era in bianco e nero e aveva un solo ca­nale (non avvertivamo il bisogno di vederne altri) la Rai aveva prov­veduto a soddisfare la curiosità del pubblico circa il mondo che af­fascinava l’etologo Konrad Lo­renz, con un programma denomi­nato L’amico degli animali, guida­to da Angelo Lombardi, sorriso bo­nario e grande competenza, coa­diuvato da un inserviente di colo­re (al tempo si poteva dire negro senza rischiare i rimbrotti dei poli­tic­amente corretti e fondamental­mente sciocchi): tale Andalù, no­me omen , simpatico, adattissimo al ruolo affidatogli dai dirigenti dell’epoca, democristiani, bac­chettoni eppure conoscitori dei gusti correnti.

L’amico degli animali era setti­manale; assai gradito dalla gente che, seguendolo, imparava nozio­ni importanti su qualsiasi essere vivente, esotico o nostrano, co­munque non appartenente alla nostra vil razza dannata. Durò molti anni, poi, come tutto, fu mandato in pensione insieme con Lombardi e il mitico Andalù. Dal giorno della sua soppressio­ne, nonostante l’incessante proli­ferazione delle emittenti, le bestie erano uscite dai palinsesti, trascu­rate, snobbate; e non si compren­de perché, dato che esse non han­no mai smesso di vivere accanto a noi, sempre più numerose, cocco­late, vezzeggiate, considerate sog­getti di casa. Cosicché si era crea­to un vuoto, stranamente mai col­mato, benché la passione per i no­stri amici pelosi, pennuti, stri­scianti eccetera fosse (e sia) enor­me, come dimostrano le statisti­che: una famiglia italiana su due ospita - bene integrato - un gatto, un cane e non solo. Ci ha pensato Clemente Mimun, «papà» di un cagnone che fa anche l’attore, a mettere le cose in ordine con il Tg Bau&Miao , avviato ieri, alle 12.20, sull’ammiraglia Mediaset.

Ignoro quale sia stata l’audien­ce, immagino buona, perché la trasmissione - sarà perché sono un patito del genere - è assai cura­ta, con immagini che intenerisco­no e coinvolgono, e arricchita da informazioni utili a chi tra i propri affetti annoveri le bestie. L’origi­nalità del programma consiste nel fatto che è esclusa la partecipa­zione dei partiti e dei loro rappre­sentanti più noiosi. Oddio, abbon­dano i cani, ma, non essendo cani politici, ma cani autentici, piaccio­no parecchio. Mezz’ora di tv sen­za Monti, sostenitori di Monti e av­versari di Monti, fa bene al cuore oltre a educare chi non abbia- col­pevolmente- dimestichezza con i protagonisti della natura: gli ani­mali. Ai quali tutti dovremmo es­sere grati per molte ragioni, tra cui la loro generosità e schiettezza, il comportamento diretto e mai vi­le.

Mimun è un signor giornalista, sensibile e attento alle esigenze del pubblico, e inaugurando Tg Bau&Miao ha accontentato milio­ni di persone che, talora vergo­gnandosene, adorano le bestiole, nei cui occhi trovano la correspon­sione di sentimenti profondi e da non sottovalutare per la salute del­l’anima, giacché, tra l’altro, ani­ma e animali, non a caso, sono due parole con la medesima radi­ce.

Massì, diciamolo: chi non ama un cucciolo (e i suoi genitori) è tal­mente arido che non potrà amare non dico il prossimo, di norma ri­tenuto un deficiente, ma neanche la morosa. 

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