Fino alla fine è stato fedele al suo motto, scritto in caratteri scuri su un muro al secondo piano: «Sii gentile con gli estranei, potrebbero essere angeli travestiti». Un'iscrizione d'altri tempi, che sembra tratta da un film tipo la «Vita è una cosa meravigliosa».
Meravigliosa era anche la sua libreria, e l'idea che l'aveva animata. Un'idea che sopravviverà a George Whitman, morto a Parigi all'età di 98 anni, celebre fondatore della storica libreria anglofona Shakespeare and Company. Il suo definitivo «volo verso gli angeli» è stato annunciato dagl attuali gestori del negozio sulla pagina Facebook. Un messaggio laconico, in puro understatement, come lui meritava: «George Whitman è morto in pace a casa sua, nell'appartamento al di sopra della libreria».
Whitman creò la sua libreria specializzata in letteratura di lingua inglese nel 1951, dandole inizialmente il nome «Mistral». Come sede scelse un piccolo edificio a due piani, dal gusto un po' retro, in pieno quartiere latino, a pochi passi dalla Senna e da Notre Dame, riempiendolo di scaffali e di angoli in cui i clienti potevano soffermarsi a sfogliare i volumi, chiacchierare o ascoltare musica. Nel 1962, il nome cambiò in Shakespeare and Company, in omaggio a un'altra libreria, aperta tra gli anni Venti e gli anni Quaranta nel quartiere dell'Odeon e frequentata da nomi celebri come Ernest Hemingway, Gertrude Stein e James Joyce, e alla sua proprietaria Sylvia Beach, morta proprio in quell'anno.
Il negozio diventò presto anche spazio di incontro e di alloggio per molti scrittori, tra cui i beat Allen Ginsberg e William Burroughs o il commediografo Henry Miller, che scambiavano l'ospitalità con un po' di aiuto tra gli scaffali. Negli ultimi anni, ha ospitato anche numerosi piccoli concerti acustici di artisti e gruppi inglesi o americani, e un festival biennale di letture, proiezioni ed esibizioni musicali, il «Festival and Co».
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