Volpi: "Giuro amore eterno alla Sampdoria"

Emmanuele Gerboni

La partita più importante si gioca a Milano, qui il modulo è innovativo: cinque (Juve, Inter, Milan, Roma e Lazio, più quelle che sembrano spostarsi verso quella sponda del fiume) contro tutti. Assemblea di Lega a Milano, il clima non era già bello prima di entrare. «Le tre grandi hanno portato il calcio alla rovina. Galliani sottolinea la questione di interessi? Senti un po’ chi parla… Con Della Valle non può che andare bene», ha spiegato il presidente blucerchiato Riccardo Garrone. Moggi, con ironia, ha commentato anche l'intenzione delle squadre che si oppongono ai diritti soggettivi di schierare la Primavera nelle gare contro Juve, Milan, Inter, boicottando il campionato: «Mi auguro che Garrone - ha detto il dg juventino- antenga la sua promessa facendo giocare la Primavera quando la Samp ci incontrerà».
Ma torniamo a Genova, dove c’è un’altra partita che si deve ancora giocare. E sarà complicata come quella proiettata sugli schermi milanesi. Perché il Treviso non è proprio l’avversario giusto quando si riparte e devi lasciare dietro tutti gli altri. Ma c’è Sergio Volpi che fa il capitano, e la prima lettera deve essere rigorosamente maiuscola. Indica la strada, prende per mano i compagni di squadra, e lo fa nel giorno delle duecento candeline sulla torta. 200 volte in A, (e saranno ottantasei con la maglia blucerchiata nella massima serie), e queste sono giornate che, un giorno, racconti pure ai nipotini. Duecento scatti, difficile prenderne uno per la copertina: «Mi ricordo in particolare il primo anno in serie A, ma soprattutto una partita: giocavo nel Bari, riuscimmo a vincere uno a zero con l’Inter in quel di San Siro». E quell’anno raggiunse il record di gol nel palcoscenico più importante, quattro sigilli. Che vuole bissare anche in questa stagione, siamo a tre: manca pochissimo. Un grazie a Walter Novellino che lo ha sempre voluto nelle sue squadre («E’ stato molto importante, con lui c’è un feeling particolare»), e poi si ferma a parlare del contratto, in scadenza il prossimo 30 giugno. Non sarà un problema, anche se le richieste non mancano.
Lui vuole rimanere (mercoledì ha festeggiato trentadue anni), la Samp vuole tenerselo, l’accordo si firmerà tra pochissimo tempo. In questo mese di febbraio, infatti, l’amministratore delegato Beppe Marotta sistemerà tutte le questioni aperte sui rinnovi contrattuali. E si partirà proprio da Volpi. Che aspetta senza spingere sull’acceleratore: «C’incontreremo più avanti, ma non ci sono problemi. La mia volontà è conosciuta, sono disposto a rimanere. Il fatto di non aver ancora firmato il contratto? E’ uno stimolo in più a fare bene e convincere la società a rinnovarlo».
Ma rituffiamoci in questa partita con il Treviso (arbitrerà Bertini che nasce benissimo, perché le statistiche dicono che a Marassi la Samp ha sempre battuto i veneti per due a zero: l’ultima gara nella stagione 2000/01 quando le due squadre militavano in serie B. Notizie dal campo, finalmente l’infermeria si sta svuotando. Max Tonetto e Francesco Flachi (vicino a lui Vitali Kutuzov) giocheranno, hanno recuperato quasi completamente, stringeranno i denti ma scenderanno in campo dal primo minuto. E dovrebbe recuperare anche Christian Zenoni, di conseguenza Marcello Castellini riprenderà il suo posto al centro della difesa al fianco di Luigi Sala.
C’è un dubbio sulla fascia destra, Andrea Gasbarroni o Aimo Diana? Un bel quesito, il primo sta benissimo mentre il secondo non è apparso proprio al massimo con l’Udinese.

Novellino potrebbe pensarci fino alla vigilia, anche se la rifinitura di questa mattina dovrebbe fornire qualche indicazione in più per un match da vincere a tutti i costi. Per la classifica e, dopo l’esclusione dalla Coppa Italia, anche per il morale.

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