Il voto e le radici di Letizia Moratti

(...) sappia occuparsi dei primi e degli ultimi insieme. A Milano ci sono molti primi: sono quelli che ce la fanno bene da soli, che producono ricchezza, che figurano nelle prime posizioni in tanti campi: dall’arte alla ricerca, dalla cultura al design, dalla medicina alla musica. Tutti questi vanno messi nelle condizioni di esprimersi di più. Occorre spianare il cammino a tutti coloro che possono contribuire alla vita della città: persone, famiglie, associazioni, imprese. Letizia Moratti sa occuparsi di questi soggetti. Ma sa occuparsi anche degli ultimi: se ne è occupata. Vanno messi in grado di poter contare su se stessi, su un proprio reddito, sulle proprie possibilità. Certamente queste sono le caratteristiche anche del suo essere donna: mettere gli altri nelle condizioni di fare e prendersi cura di chi non ce la fa.
Letizia Moratti va votata anche per la coalizione che la appoggia: è la stessa che ha governato per il periodo più lungo della storia della Repubblica, dimostrando coesione. Lo ha dimostrato a Milano, lo ha dimostrato a Roma. Il governo di Gabriele Albertini deve avere un seguito, non si lasciano i lavori a metà, i milanesi lo sanno bene: non è nel loro costume.
E se questo vale sempre, vale ancora di più per la loro città che si merita molto perché dà molto. Non vorremmo, come si dice, buttarla in politica. Ma dopo i primi atti del nuovo (si fa per dire) governo, non possiamo non farlo. Milano è importante anche per questo: per continuare a dare un segnale, per far capire che non va bene un governo che non sa occuparsi della parte produttiva del Paese, di quella che non lo ha votato.


La vittoria della Moratti ha le radici nella storia di Milano, potremmo dire nella biografia di Milano dove il saper fare ha camminato di pari passo con il saper comprendere le ragioni di chi, non per demerito, non riusciva a fare. Il nostro convinto appoggio a Letizia Moratti ha queste radici.

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