La conferma della condanna a morte per Saddam Hussein è «un evento storico», «un'importante pietra miliare» nel cammino verso il futuro dell'Irak: è il giudizio della Casa Bianca sulla decisione della Corte d'appello di Bagdad. «La giornata di oggi segna un'importante pietra miliare nello sforzo del popolo iracheno di sostituire la tirannia con uno stato di diritto», ha detto Scott Stanzel, un portavoce del presidente Usa George W. Bush.
Il ministero degli Esteri della Gran Bretagna, laltro Paese che con gli Stati Uniti ha attaccato lIrak e portato alla caduta del rais, ha emesso un comunicato in cui si annuncia che Londra è «in linea di principio» contraria alla pena di morte ma riconosce che «spetta alle autorità irachene» la decisione se applicare la pena capitale al deposto dittatore. «La nostra posizione è immutata. Come ha detto il primo ministro Tony Blair, la questione compete interamente al tribunale indipendente iracheno», ha sottolineato un portavoce del ministero del Foreign Office.
Reazioni nettamente negative in Italia. «Nessuno tocchi Caino» annuncia che «sono cresciute le adesioni di parlamentari italiani ed europei di tutti gli schieramenti e di personalità del mondo arabo all'appello Nessuno tocchi Saddam lanciato da Nessuno tocchi Caino». «Noi siamo contro la pena di morte. Come italiani e come europei», ha detto il ministro degli Esteri Massimo DAlema. «Naturalmente - ha aggiunto - senza volere sminuire la gravità delle responsabilità di Saddam nei massacri, nell'oppressione, nelle uccisioni, nelle torture». Per dimostrare contro la conferma della pena capitale a Saddam, il leader radicale Marco Pannella ha iniziato uno sciopero della fame e della sete. Se lex raìs fosse ucciso, ha affermato, «il governo iracheno compirebbe un atto infame, degno di quelli che furono propri dello stesso Saddam».
Commenti negativi anche da Forza Italia.
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