Un normale scatto che subito si trasforma in contenuto pornografico. L’app Bikini Off alimenta il fenomeno del deep fake. Il Garante dell’Infanzia di Regione Lazio ha raccontato di ricevere almeno due segnalazioni a settimana relativi a contenuti creati con l’app. La preoccupazione delle famiglie cresce. La questione legale fa preoccupare, si rischiano fino a 14 anni di reclusione per diffusione di materiale pedopornografico. Il caso a Roma dove una giovane è stata “spogliata” tramite l’applicazione senza il suo consenso dai compagni di classe.
L’app che spoglia le persone
Creata nel 2022 in Francia e utilizzata molto tra i giovani, Bikini Off è l’ennesimo esempio di materiale tecnologico che, utilizzando l’intelligenza artificiale, consente di creare contenuti falsi ma estremamente realistici. L’applicazione riceve dall’utente, tramite un botto di Telegram, una normalissima foto di una persona vestita e la restituisce con il volto della stessa persona che, però, risulta completamente nuda. L'applicazione contribuisce ad accrescere il deep fake ovvero foto, video e audio creati grazie a software di intelligenza artificiale che, partendo da contenuti reali (immagini e audio), riescono a modificare o ricreare, in modo estremamente realistico, le caratteristiche e i movimenti di un volto o di un corpo e a imitare fedelmente una determinata voce.
La questione legale
Il processo di “trasformazione” dell’immagine non richiede un consenso da parte del soggetto rappresentato in foto. Una notevole lesione del diritto alla privacy delle persone coinvolte. Infatti, la creazione di immagini false di una persona senza il suo consenso può rappresentare un grave attacco alla sua dignità e alla sua reputazione. Questo comportamento rischioso può portare alla produzione e diffusione di materiale pedopornografico, il che è un reato grave che prevede una pena fino a 14 anni di reclusione.
Il caso romano
Fa riflettere il recente caso romano dove due quattordicenni hanno utilizzato Bikini Off per creare un’immagine pornografica di una loro compagna di classe, anch’essa minorenne e senza il consenso della giovane. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) ha dichiarato il non luogo a procedere, anche se questa vicenda ha fatto riflettere sulle conseguenze sociali e sulla pericolosità che può portare l’applicazione. Anche il Garante dell’infanzia della Regione Lazio, Monica Sansoni, si è detta preoccupata poiché il suo ufficio riceve almeno due segnalazioni a settimana riguardante la creazione e la diffusione di immagini pornografiche.
La creazione e la diffusione di immagini pornografiche possono portare a conseguenze gravi, soprattutto quando coinvolgono minori. È importante che i genitori, gli insegnanti e gli adolescenti stessi siano consapevoli del pericolo rappresentato da queste applicazioni e dei rischi che comportano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.