Roma - Oltre 250mila documenti top secret. E' il mondo visto con gli occhi degli Stati Uniti quello svelato da Wikileaks e ribattuto dalla rete sui principali siti di tutto il mondo. Nelle parole del ministro degli Esteri Franco Frattini la gravità del momento: "E' l’11 settembre della diplomazia mondiale perché faranno saltare tutti i rapporti di fiducia tra gli Stati". Le rivelazioni non escludono nessuno. Ce n'è per tutti. Dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ("sembra il portavoce di Putin") al presidente francese Nicholas Sarkozy ("imperatore senza vestiti"), dal colonnello Muammar Gheddafi ("procaci biondine come infermiere") al presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad paragonato a Hitler. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, secondo quanto si è appreso da fonti autorevoli, quando gli è stato riferito il contenuto delle rivelazioni sull'Italia, si è fatto una risata.
I SEGRETI DELLA DIPLOMAZIA USA
ITALIA Secondo quanto riportato dal New York
Times, le accuse mosse al governo italiano dall'America sarebbero legate ai buoni rapporti che intercorrono tra Mosca e Roma. Diplomatici americani riportano nel
2009 come i loro contatti italiani descrivano il rapporto fra
Berlusconi e Putin come "straordinariamente stretto". Un rapporto
fra i due che include anche "generosi regali", lucrosi contratti
nel campo energetico e "un oscuro intermediario italiano che
parla russo". Nei documenti si legge anche che Berlusconi "sembra sempre
di più il portavoce di Putin" in Europa. El Pais, invece, ha messo in rete
parte dei file confidenziali in cui si parla anche delle "feste
selvagge" del premier:
è un leader "fisicamente e politicamente debole" le cui "frequenti lunghe nottate e l’inclinazione ai party significano
che non si riposa a sufficienza".
ONU Il Dipartimento di Stato Usa nel
luglio 2009 ordinò di spiare i vertici delle Nazioni Unite,
compresi il segretario generale, Ban Ki-moon, e i rappresentanti
in Consiglio di sicurezza di Cina, Russia, Francia e Gran
Bretagna.
La direttiva "classificata" fu spedita
a 30 ambasciate a nome della segretaria di stato, Hillary
Clinton, e chiedeva la raccolta di dati personali su questi e
numerosi altri dirigenti e anche sottosegretari, consiglieri e
collaboratori, comprese le password usate, le chiavi in codice
usate per comunicare e anche i dati biometrici. "Informazioni -
scrive il Guardian - che sembrano sfumare il confine fra
diplomazia e spionaggio".
IRAN Da Le Monde il focus sui
rapporti tra gli Stati Uniti e l'Iran. Nel mirino dell'amministrazione americana il dossier nucleare.
In alcune dichiarazioni raccolte a Parigi da diplomatici che
parlano con un iraniano che lavora a Teheran per
un’organizzazione internazionale, l’Iran viene descritto come "una totale dittatura".
I documenti rivelano anche un tentativo di assassinare, nel
gennaio 2010, "un presentatore televisivo irano-americano" che
vive a Londra protetto dai servizi inglesi. Un agente iraniano
avrebbe "tentato di reclutare in California un killer per
assassinarlo".
GUERRA CON L'IRAN In un dispaccio rivelato dal Der
Spiegel si parla di colloqui confidenziali di funzionari Usa
con il principe ereditario di Abu Dhabi, Mohammed Bin Zayed in
cui secondo il principe "una rapida guerra convenzionale con
l’Iran sarebbe meglio delle conseguenze a lungo termine di un
conflitto nucleare". Secondo il generale americano David
Patraeus l’Iran sarebbe per gli Stati Uniti "il migliore
strumento di reclutamento", mentre "il numero di alleanze e di
accordi per un sostegno militare tra Usa e partner arabi nel
Golfo è considerevolmente aumentato".
LIBIA Fra le note filtrate dagli armadi
riservati della diplomazia americana, fra "le più delicate"
El Pais cita questa sera quelle sul leader libico Muammar
Gheddafi.
Nei suoi messaggi l’ambasciatore americano a
Tripoli "racconta che Gheddafi usa il botox ed è un vero
ipocondriaco, che fa filmare tutti i suoi controlli medici per
analizzarli dopo con i suoi dottori".
Secondo i rapporti inviati dalla diplomazia americana a
Washington, il leader libico è visto "raramente" senza la
compagnia di Galyna Kolotnytska, la "sua infermiera ucraina",
descritta come una "bionda voluttuosa". Senza la sua presenza "Gheddafi non si sente a suo agio".
TURCHIA Secondo quanto pubblicato dallo
Spiegel nei documenti di Wikileaks gli Usa mettono in evidenza
che il primo ministro turco Erdogan costituisce una minaccia
islamica perché sarebbe in particolare sotto l’influenza del
suo ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu. Secondo i
diplomatici americani Davutoglu sarebbe "particolarmente
pericoloso" per le influenze fondamentaliste da lui esercitate
su Erdogan. Un consigliere del partito turco al governo Akp
dichiara ironicamente in un documento americano "vogliamo
riprenderci l’Andalusia e vendicarci della disfatta
dell’assedio di Vienna nel 1683". Erdogan avrebbe sistemato in
posizioni di comando banchieri islamici e si informerebbe
esclusivamente attraverso giornali vicini al fondamentalismo.
Nel documento è scritto che "il capo del governo turco è
circondato da una cerchia di ferro di consulenti sottomessi (ma
presuntuosi)" e si considera "il tribuno popolare
dell’Anatolia".
COREA Immaginando un eventuale collasso
della Corea del Nord, i funzionari americani e sudcoreani hanno
discusso della prospettiva di una Corea unificata, nel caso i
problemi economici e la transizione politica del Nord avessero
portato all’implosione del paese. I sudcoreani avevano anche
preso in considerazione incentivi commerciali alla Cina.
A rivelarlo è stato l’ambasciatore americano a Seoul, Kathleen
Stephens. A febbraio aveva riferito a Washington che i funzionari
sudcoreani ritenevano che "i giusti accordi commerciali avrebbero
mitigato la preoccupazione cinese" di vivere con una Corea
riunificata "alleata" degli Stati Uniti.
RUSSIA Il presidente russo Dmitri Medvedev "fa la parte di Robin rispetto al Batman di Putin", nonostante sia di rango maggiore. Vladimir Putin definito "alpha
dog", il maschio dominante: è una delle colorite espressioni
contenute dei cablogrammi del Dipartimento di Stato.
Il presidente russo è uno dei leader mondiali che vengono
etichettati senza peli sulla lingua dai diplomatici di
Washington: il presidente afghano Hamid Karzai è "ispirato
dalla paranoia" mentre il cancelliere tedesco Angela Merkel "evita i rischi ed è raramente creativa".
Le definizioni sono state raccolte dal Guardian, uno dei
giornali a cui Wikileaks ha passato la mole di documenti
diplomatici.
La Russia "é virtualmente uno Stato della mafia". Così i diplomatici americani secondo i documenti di Wikileaks riportati dai siti di alcuni quotidiani Usa. La Russia e le sue agenzie usano i boss della mafia per effettuare le loro operazioni, la relazione è così stretta che il Paese è divenuto "virtualmente uno stato della mafia".
CINA Il Politburo di Pechino guidò
l’intrusione nei sistemi informatici di Google in Cina. Un contatto cinese informò l’ambasciata americana a
gennaio. L’attacco informatico era parte di una campagna
coordinata da figure del governo ed eseguita da esperti pirati
reclutati dal governo cinese. Gli stessi entrarono, a partire
dal 2002, nei sistemi informatici del governo americano e di
alcuni alleati occidentali, in quelli dei Dalai Lama e di
aziende americane.
I detenuti di Guantanamo Dopo le numerose polemiche riguardanti Guantanamo, i diplomatici americani fecero pressioni su alcuni paesi stranieri perché accettassero alcuni dei detenuti del carcere. Alla Slovenia fu detto che se voleva incontrare il presidente degli Stati Uniti Barack Obama avrebbe dovuto accettare un prigioniero, mentre all’isola di Kiribati furono offerti incentivi del valore di milioni di dollari per accettare un gruppo di detenuti. È quanto si legge in alcuni documenti trasmessi a Washington dai diplomatici americani. Gli Stati Uniti suggerirono inoltre che accettare più detenuti sarebbe stato "un modo low cost per il Belgio di emergere in Europa".
Un file pure su Frattini Il ministro degli Esteri Franco Frattini "ha espresso particolare frustrazione per il doppio gioco di espansione verso l’Europa e l’Iran da parte della Turchia". E' quanto rivela un telegramma - pubblicato da Wikileaks e classificato come segreto - inviato a Washington dall’ambasciata americana a Roma lo scorso 8 febbraio, in seguito a un incontro tenutosi tra il titolare della Farnesina e il segretario della Difesa degli Stati Uniti Robert Gates. La "sfida, secondo Frattini, è portare la Cina al tavolo" dei colloqui sulla questione iraniana. Cina e India, secondo Frattini sono "Paesi critici per adottare misure che potrebbero influenzare il governo iraniano senza ferire la popolazione". Il ministro "ha anche proposto di inserire Arabia Saudita, Turchia, Brasile, Venezuela e Egitto nelle conversazioni". Frattini "ha anche proposto un incontro informale tra i Paesi del Medio Oriente" per "consultarsi sulla questione iraniana". E "il segretario di Stato Clinton è d’accordo".
Il fratello di Karzai Con Ahmed Wali Karzai, il
fratellastro del presidente afgano, "dobbiamo avere a che fare
in quanto numero uno del Provincial Council ma è sottointeso
che è uno corrotto e un trafficante di stupefacenti". Questa
la descrizione di Ahmed Wali Karzai fornita dai diplomatici
americani, riporta il New York Times citando i documenti di
Wikileaks. "Sembra non capire il livello di conoscenza che
abbiamo delle sue attività. Dobbiamo monitoralo attentamente e
in modo chiaro, inviandogli un messaggio chiaro".
E ancora. Quando il vicepresidente afghano Ahmed Zia Massoud lo scorso anno visitò gli Emirati Arabi Uniti, le autorità locali, in accordo con gli agenti americani della Dea (Drug Enforcement Administration), scoprirono che l'uomo portava con sé 52 milioni di dollari in contanti. Un successivo e ironico telegramma dell'ambasciata americana di Kabul definì il denaro "una somma significativa", precisando che Massoud poteva portarlo senza rivelarne né l'origine, né la destinazione. Il dirigente afghano ha sempre negato di aver portato denaro al di fuori dell'Aghanistan.
I 5 punti anti Iran del Mossad Una politica in cinque punti concepita per bloccare le ambizioni nucleari dell’Iran fu enunciata nel 2007 dal capo del Mossad Meir Dagan. In un incontro con il sottosegretario di Stato Nick Burns Dagan delineò i cinque "pilastri" della visione israeliana: un approccio politico, mediante il deferimento dell’Iran al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; misure segrete, sulle quali il documento non fornisce altri dettagli; "contro-proliferazione" ossia lo sforzo di impedire il trasferimento all’Iran del know-how e delle tecnologie nucleari; il ricorso a sanzioni economiche; cercare di fomentare in Iran un cambiamento di regime.
Nucleare, azioni contro il Pakistan Gli Stati Uniti fin dal 2007 hanno messo in atto un "considerevole sforzo segreto" per rimuovere dal Pakistan un reattore nucleare a uranio arricchito, nella convinzione che il Paese asiatico utilizzi il suo materiale nucleare per traffici illeciti. E' una delle rivelazioni di Wikileaks riportate dal New York Times. Il quotidiano precisa che nel maggio del 2009 l'ambasciatrice Anne W. Patterson riferì a Washington che il Pakistan si rifiutava in modo sistematico di concedere a esperti americani di visitare i suoi impianti nucleari. La ragione del rifiuto, per usare le parole di un dirigente pachistano che ha litigato con l'ambasciatrice americana, sta nel fatto che se i giornali locali fossero mai venuti a conoscenza della rimozione del reattore, "certamente - ha detto il diplomatico - il titolo sarebbe stato: 'Gli Usa si prendono le armi nucleari del Pakistan'".
Critiche anche ai reali britannici Ci sono anche apprezzamenti poco lusinghieri nei confronti della famiglia reale e del governo britannico nei dispacci del Dipartimento di stato americano. Lo ha detto alla BBC Simon Hoggart, uno dei giornalisti del quotidiano Guardian che hanno lavorato alla massa di documenti messi a disposizione dei media dal sito di Julian Assange. In un dispaccio, che il Guardian metterà online nelle prossime ore, si afferma che almeno un esponente della famiglia reale britannica (si tratterebbe del principe Andrea) ha agito a volte in modo inopportuno. Altri documenti indicano che l'attuale premier, il conservatore David Cameron, non gode di grande considerazione alla Casa Bianca. Nemmeno il suo predecessore, il laburista Gordon Brown, tuttavia, era amato dagli americani. Secondo la BBC, dai dispacci che verranno pubblicati nelle prossime ore emergeranno anche "feroci critiche" all'operato della Gran Bretagna in Afghanistan.
E ad altri leader... Il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-il, è "un vecchio tizio flaccido che ha sofferto di traumi fisici e psicologici in seguito al suo ictus". Lo riporta il Guardian online. E nello Yemen, base di al Qaida nella penisola arabica, il presidente Ali Abdullah Saleh "é stato sprezzante, annoiato e impaziente" nell'incontro con John Brennan, il vice-consigliere per la sicurezza nazionale. Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe, è definito "il vecchio pazzo" da Maite Nkoana-Mashabane, ministro sudafricano per la cooperazione internazionale. Mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu è "elegante e affascinante" ma non mantiene mai le sue promesse, secondo un dispaccio dal Cairo che che riporta l'incontro con il presidente egiziano Mubarak.
Coinvolte 274 sedi diplomatiche Usa I file che Wikileaks ha iniziato a pubblicare online, coinvolgono 274 ambasciate, consolati e missioni diplomatiche americane in tutto il mondo. Lo rende noto Wikileaks sulla home page del sito. In totale i documenti sono 251.287 e includono 261.276.536 parole, un numero sette volte maggiore di quello dei file pubblicati sulla guerra in Iraq. Il periodo di tempo preso in considerazione va dal 28 dicembre 1966 al 28 febbraio 2010. Dei 'cable' - telegrammi - svelati da Wikileaks, 15.652 sono classificati segreti, 101.748 come confidenziali mentre 133.887 non sono classificati.
E' l'Iraq - si legge nel sito - lo Stato di cui si discute con più frequenza, essendo citato in 15.365 documenti diplomatici. Sono poi 8.017 i telegrammi provenienti dal Dipartimento di Stato mentre l'ambasciata da cui è stato inviato il maggior numero di documenti è quella ad Ankara, in Turchia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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