Milano - Va detto subito: lo scoop c'è, ma quello vero non riguarda certo Berlusconi. I cablogrammi di Wikileaks pubblicati questa mattina confermano l'esatto contrario da quanto strillato da Repubblica e dall'Espresso. Leggendo gli articoli apparsi sul settimanale e sul quotidiano, infatti, sembrerebbe proprio che gli americani stronchino il Cavaliere. La verità è diversa. Basta una lettura veloce del testo integrale per farsene un'idea chiara. Infatti, Washington critica pesantemente la magistratura italiana definendola "una casta inefficiente e autoreferenziale" e avverte di "non denigrare" il premier italiano.
L'importanza dell'alleanza italiana Nel febbraio del 2009 Ronald Spogli, ambasciatore americano in Italia nominato dal presidente George W. Bush, stende un memoriale per il neo segretario di Stato Hillary Clinton. Il titolo già è emblematico: "What we can ask from a strong allied" (Cosa possiamo chiedere a un alleato forte). Il quadro che emerge dai cable di Wikileaks è ben diverso da quanto vorrebbe farci credere Repubblica.it. "Se vince Veltroni la situazione sarà eccellente - scrivevano prima delle elezioni del 2008 - se ritorna Berlusconi sarà molto eccellente". Da lì a un anno Spogli fa un quadro abbastanza chiaro del nostro Paese: delinea l'eccessiva ingerenza della magistratura nella politica, la debolezza del "dissidente" Gianfranco Fini, il ruolo centrale del presidente Giorgio Napolitano e l'inconsistenza del Partito democratico. Un quadro che andrà a rafforzarsi nel corso del tempo. Stupisce quanto l'ambasciatore Usa abbia colto della nostra magistratura. Siamo infatti ancora molto lontani dal caso Ruby. Eppure Spogli non ha dubbi: "La magistratura italiana è una casta inefficiente e autoreferenziale". La considera un vero e proprio organo che non può essere controllato e che, proprio per questo, è in grado di condizionare la vita pubblica del nostro Paese.
Quel passaggio oscuro su D'Alema Proprio per il fatto che l'America considera l'Italia un alleato strong, in vista del G8 dell'Aquila Elizabeth Dibble (allora reggente dell'ambasciata) avverte Obama che la sua visita avrebbe avuto "un significa speciale per il pubblico italiano". Così è stato. La foto che immortala il presidente statunitense al fianco di Berlusconi tra le macerie del capoluogo abruzzese assume un significato importante. Ma perché caricare l'evento di tutto questo peso? "Dopo mesi di scandali sessuali e finanziari, (Berlusconi, ndr) è emerso dal vertice più forte - si legge in un altro file - non ci sono state nuove accuse serie, né problemi logistici: Silvio è stato capace di presentarsi come leader che conta". L'ambasciata infatti ammette che "membri del suo partito ci avevano preannunciato nuove drammatiche contestazioni, Massimo D'Alema aveva promesso rivelazioni devastanti durante il vertice". Invece così non è stato. Secondo il cablogramma ci avrebbe messo lo zampino il presidente Napolitano ricordando che "questo era l'interesse della nazione".
Il legame con Berlusconi I rapporti tra Washington e Palazzo Chigi risultano buoni. Lo conferma lo stesso Spogli che consiglia alla Clinton di puntare sull'Italia rinnovando l'alleanza già esistente. "Dobbiamo riconoscere - spiega l'ambasciatore americano - che un impegno di lungo termine con l'Italia e i suoi leader ci darà importanti dividendi strategci adesso e in futuro". L'Italia, infatti, "fa molti sforzi, alcuni seri altri meno, per mantenere una posizione di rilevanza e influenza". Secondo Spogli, l'Italia permetterà agli Stati Uniti di "consolidare i progressi fatti faticosamente nei Balcani e negli ultimi vent'anni. Le loro forze armate continueranno a giocare un ruolo importante nelle operazioni di peacekeeping in Libano e in Afghanistan, e, infine, il territorio italiano sarà strategico per l'Africom". E ancora: "Se useremo una forte pressione l'Italia eserciterà la sua influenza economica in Iran per mandare a Teheran un chiaro segnale che potrebbe influire sulla loro politica di sviluppo nucleare".
Le preoccupazioni di Washington Tuttavia al contempo l'ambasciatore lamenta "le frequenti gaffes" di Berlusconi e il suo stretto rapporto con la Russia di Vladimir Putin. In realtà a preoccupare Washington è l'asse energetico tra Roma e Mosca. Gli Stati Uniti vorrebbero infatti stroncare l'influenza russa sul mercato dell'energia: "L'Italia, sfortunatamente, la favorisce". Anche dopo la nomina di David Thorne, da parte di Obama, all'ambasciata statunitense la valutazione non cambia. "Doppiamo far capire a Berlusconi - scrive l'ambasciatore fresco di nomina - che ha una relazione personale con noi". Le questioni che proeccupano Washington riguardano l'energia, anche qui con novità sensibili. La stessa Clinton ha chiesto alla propria ambasciata di indagare sulle "possibili relazioni e investimenti personali che legano Putin e Berlusconi e che possono influenzare la politica energetica dei due Paesi" e di svelare "i rapporti tra l'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni, i top manager dell'Eni e i membri del governo italiano, specialmente il premier e il ministro degli Esteri Frattini".
Repubblica manipola Wikileaks La Repubblica e l'Espresso, come prevedibile, hanno calcato la mano su parte del contenuto dei cablogrammi. Se il quotidiano in prima pagina titola "Berlusconi danneggia l'Italia", il settimanale sbatte in copertina un Cavaliere in posa da clown. Tuttavia la vera notizia, che non farà certo piacere al nutrito fronte degli antiberlusconiani, è un'altra. Al punto 5 del file sul legame tra Italia e Stati Uniti, infatti, si legge: "La combinazione tra declino economico e idiosincrasie politiche ha spinto molti leader europei a denigrare i contributi italiani, e di Berlusconi. Noi non dobbiamo farlo". Non solo. Ricordando che "Berlusconi enfatizza continuamente il significato del legame Usa-Italia", gli americani riconoscono che il ritorno del Cav in politica (dopo Prodi) "ha portato un tangibile e pressoché immediato miglioramento" nei rapporti. Anche grazie al ministro Frattini, riconosciuto come "uno statista di comprovata esperienza". In ultima analisi, Spogli riconosce "nell’Italia un alleato sincero e affidabile, effettivamente capace di rinnovare con entusiasmo una rapporto di stretta collaborazione".
Stravolto il giudizio degli Usa Sicuramente l'immenso "patrimonio" lasciato da Assange non permette un facile quadro politico e diplomatico tra i due Paesi. Tuttavia, leggendo quanto pubblicato da Repubblica oggi, appare chiaramente che i rapporti siano più che buoni.
Al di là delle critiche sull'asse con la Russia, Spogli prima e Thorne poi ribadiscono la necessità di lavorare a stretto contatto con Roma. Una svista di Repubblica? O piuttosto una strategia mediatica che rafforza e legittime le riserve proprio di Berlusconi?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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