Wikipedia? L’enciclopedia dello svarione

S econdo Wikipedia fu «mamma» l’ultima parola che Truman Capote pronunciò prima di morire, il 25 agosto 1984. Una circolarità che riporta all’infanzia, alla prima parola che impara un bambino. Ma solo se prestiamo fede alla voce italiana della «libera enciclopedia online», la prima che salta sempre fuori quando un utente italiano cerca qualcosa con un motore di ricerca. Se guardiamo la voce inglese, le ultime parole dell’autore di Colazione da Tiffany furono: «Sono io, sono Buddy...» e poi «Ho freddo». Buddy era il nomignolo con cui una cugina, Miss Sook Faulk, lo chiamava da bambino.
Quale delle voci è più veritiera? Di solito le voci in inglese di Wikipedia - l’unica enciclopedia che contraddice se stessa - sono più affidabili, ma allora perché non tradurle direttamente in italiano? O usarle come testo di riferimento? Peraltro sia il volume dei Meridiani Mondadori dedicato a Capote che la biografia di Gerald Clarke, edita in Italia da Sperling, dicono che le ultime parole furono: «Sono io, sono Buddy... Ho freddo». Per uno scrittore - a maggior ragione moribondo - le parole sono tutto e se disse «Buddy», non «mamma»... Quella parola la pronunciò ma prima, seppure sempre nel delirio della fine. Anche nel riferimento alla cugina c’è l’elemento della circolarità, ma meno banale e soprattutto si rifà a chi aveva davvero accudito amorevolmente lo scrittore perché la madre era troppo giovane e ambiziosa: i parenti materni nell’Alabama. Di Miss Sook, Capote parla nel racconto Un Natale: «Avevo una quantità di affettuosi parenti, zii e zie, cugine e cugini, e in particolare una cugina, una donna anziana, bianca di capelli e leggermente claudicante, che si chiamava Sook. Miss Sook Faulk. Avevo anche altri amici, ma la mia migliore amica, di gran lunga, era lei». Fu lei a raccontargli di Babbo Natale e a sconvolgersi quando seppe che il padre voleva passare il Natale col piccolo Truman nella peccaminosa New Orleans.
A volte gli errori di Wikipedia italiana sono piccole sciatterie, come quando L’Anonimo lombardo di Alberto Arbasino diventa L’anonimo lombardo (senza maiuscola) ma condite con giudizi critici sommari. Per cui uno si chiede: ma chi scrive le voci letterarie di Wikipedia? Un critico frustrato? Per esempio si dice, sempre di Arbasino: «Con frequenza quasi settimanale denuncia con lettere brevi come punture di insetto, ma pure talvolta di inconcludente ironia, i mali della società italiana sul quotidiano la Repubblica». Bè «includente ironia», buttato lì da un’enciclopedista virtuale volontario, non è molto consono... In alcuni casi a Wikipedia l’ironia non manca ma è involontaria. Come nella traduzione di Solo on Underwood. I taccuini dello scrittore pietroburghese Sergej Dovlatov (di prossima pubblicazione da parte di Sellerio, dopo La filiale, con la traduzione di Laura Salmon), sono resi dall’enciclopedia con questo titolo: Da solo nella boscaglia... Ma Underwood è una macchina da scrivere! È un po’ come se un traduttore inglese scambiasse l’Olivetti per un uliveto.
E questo per limitarci agli errori fattuali mentre se ci addentriamo in quelli interpretativi ci sarebbe altro da aggiungere. Nella voce Guido Morselli, si insiste sul conflitto col padre Giovanni. Il quale prima è «sempre assente», tanto che «i rapporti tra i due continuano a deteriorarsi sia caratterialmente sia affettivamente» e dopo diventa autoritario: «per compiacere il padre autoritario si iscrive alla facoltà di giurisprudenza». E ancora: «Il padre cerca, in maniera autoritaria, di indicargli una strada e lo fa assumere alla Caffaro come promotore pubblicitario: l'esperienza lavorativa si concluderà dopo un solo anno portando ad un peggioramento dei rapporti». Al contrario: nelle numerose note biografiche di Valentina Fortichiari si parla di un rapporto difficile tra due caratteri forti ma di reciproco affetto e rispetto. Piccolo particolare: il padre, compreso che la carriera aziendale non faceva per Guido, gli concesse un vitalizio per potersi dedicare alle lettere... Alla faccia: non c’è figlio che non si auguri un simile conflitto, un tale autoritarismo! E se l’autore della voce enciclopedica sostiene questa discutibile tesi, perché tralascia altri aspetti fondamentali come gli anni della guerra passati in Calabria dove ambienterà in parte il suo primo romanzo Uomini e amori (Adelphi), quelli trascorsi nell’eremo della Casina Rosa a Gavirate (ora diventato museo) e il rapporto con Maria Bruna Bassi che sarà erede testamentaria della sua opera?
Per quanto migliorabile col contributo degli utenti e gratuita (ma il fondatore Jimmy Wales, in cima alla home-page, batte cassa chiedendo una donazione), Wikipedia, quinto sito più popolare al mondo, ripropone il problema dell’affidabilità di Internet.

La Rete amplifica notizie inesatte ed errori: allunga, per esempio, la catena di persone che attribuiscono a Pablo Neruda la poesia di Martha Medeiros Lentamente muore («Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,/ ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,/ chi non cambia la marca o colore dei vestiti»), compreso, sottolinea Wikipedia stessa, Clemente Mastella che la lesse in parlamento quando sfiduciò Prodi.

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