Zarate e Reja ai ferri corti, l’agente: il fuoriclasse passa poco

Solo una settimana fa aveva il morale a pezzi. Il gol non arrivava, la Lazio non riusciva a perdere e quelle sirene provenienti dall’Inghilterra lo avevano iniziato a far vacillare. La cura al ferro di Reja ha, invece, rimesso in piedi Mauro Zarate che da domenica è un giocatore nuovo, ma soprattutto è tornato al gol. Non appena giunto a Formello, Reja era stato chiaro con l’attaccante argentino: «Ti dovrai guadagnare il posto come tutti gli altri ma non devi prenderla come una bocciatura, ma come uno stimolo per fare di più, per crescere». Lui non si è perso d’animo: «Sono pronto per questa sfida che voglio vincere», ha confessato al tecnico.
Domenica a Parma l’argentino è partito dalla panchina ma lo ha fatto senza creare problemi. La lunga chiacchierata con il tecnico è servita per dargli nuova carica. Entrato a venti minuti dalla fine è tornato al gol dopo mesi di digiuno. Un gol che però non gli consegnerà una maglia da titolare per la gara contro il Palermo in programma domenica. Reja, così come avvenne con Lavezzi a Napoli, ha intenzione di far crescere Zarate, di farlo diventare un giocatore fondamentale per la Lazio. Già, perché martedì il neo tecnico biancoceleste aveva inviato un altro messaggio all’argentino: «Zarate è un grande giocatore, su questo non si discute - ha spiegato a Radio Kiss Kiss-, ma è un po’come el Pocho Lavezzi: passa poco il pallone, deve mettersi di più al servizio della squadra».
Una questione spinosa sulla quale è intervenuto il fratello-agente di Zarate, Sergio: «Proprio perché è così individualista ha fatto trenta gol in Italia quindi credo vada lasciato in pace. Certo è giovane, ma si deve poter esprimere come vuole. Credo che Reja ancora non lo conosca bene e quando capirà il valore del giocatore si ricrederà e lo farà giocare sempre titolare». Reja ha chiesto all’attaccante di mettersi a disposizione dei compagni, il fratello risponde così: «Credo che sia uno di quelli che si allena più di tutti. Lo devono lasciare tranquillo, farlo giocare e se non serve, basta che il tecnico parli con Lotito e gli faccia rescindere il contratto». Eventualità che però il giocatore non sembra voler prendere in considerazione: «Lui vuole restare a Roma, vuole rispettare il suo contratto perché alla Lazio si trova davvero bene».
Intanto a Formello crescono le quotazioni del romeno Radu. Arrivato a gennaio 2008, debuttò subito in coppa Italia a Firenze da centrale di difesa, ma poi qualcosa non andò. Per Rossi era più utile da terzino che al centro della difesa e lui, col passare delle partite e con l’esplosione di Kolarov, perse fiducia in se stesso, la nazionale e si smarrì. Quest’anno sembrerebbe rinato, giocando centrale, il suo vero ruolo sin da quando giocava nelle giovanili della Dinamo Bucarest. E adesso assieme a Muslera è l’unico inamovibile.

La Lazio se lo coccola, tanto che questa estate ha rifiutato lo scambio con il Palermo per Simplicio più soldi e tra breve gli proporrà il rinnovo del contratto. Il suo scade nel 2012, ma Lotito è pronto ad assicurargli un ingaggio importante, prolungando l’accordo fino al 2015.

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