Zebre, leoni e giraffe nei nuovi quartieri strappati alla savana

Non è solo la natura selvatica a "invadere" le città. Al contrario di solito l'avanzata dei centri urbani erode spazi di habitat naturale, mettendo a rischio la sopravvivenza delle specie animali

Zebre, leoni e giraffe nei nuovi quartieri strappati alla savana

Non è solo la natura selvatica a «invadere» le città. Al contrario di solito l'avanzata dei centri urbani erode spazi di habitat naturale, mettendo a rischio la sopravvivenza delle specie animali. Succede a Nairobi, l'unica metropoli africana a ospitare all'interno dei propri confini una riserva di caccia: il parco nazionale di Nairobi. Qui l'urbanizzazione è così veloce da «ingoiare» letteralmente e metro dopo metro, spazi fondamentali per la vita di leoni, leopardi, giraffe, bufali e rinoceronti.

Il pericolo viene dagli edifici commerciali, sempre più numerosi, ma anche dal ponte ferroviario di sei chilometri costruito nel 2018. Ma non finisce qui, perché le acque reflue degli insediamenti vicini vengono svuotate nel fiume Mochiriri, un rifugio privilegiato per i leoni riproduttori. A lanciare l'allarme è stato il Kenya wildlife service che di recente ha proposto un piano decennale per recintare la terra lungo il confine meridionale, con l'obiettivo di ridurre i conflitti tra persone e animali. L'idea però non piace agli ambientalisti, perché una barriera artificiale impedirebbe alle specie in pericolo di uscire liberamente dal parco e di raggiungere altre aree verdi. «È un'abitudine vitale per loro. Se si recinta il parco gli animali non sono più liberi e hanno meno spazio», ha spiegato Reinhard Nyandire, dipendente del Parco nazionale degli amici di Nairobi. All'interno della riserva le specie sono infatti ovviamente libere, spesso se ne vanno durante la stagione delle piogge, quando l'erba è troppo alta per vedere i predatori, e ritornano durante la stagione secca, quando l'habitat è più favorevole.

Anche un altro rapporto dello stesso Kws, redatto nel 2016, ha confermato che la recinzione sarebbe «l'opzione meno adatta» per ridurre il conflitto animale-uomo, e che inoltre causerebbe problemi di convivenza fra rinoceronti

e leoni. Di qui l'idea di risolvere il problema con una serie di luci con sensori di movimento che permettano alle persone di identificare la presenza di grossi predatori. Nel frattempo però la città continua ad avanzare.

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