Tra gattopardi e leoni la serialità si ispira alla Sicilia per raccontare grandi vicende personali all'interno della Storia più grande, quella appunto con la «S» maiuscola di pieno 800. Così se Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa vedrà una nuova luce, dopo il capolavoro viscontiano, nella serie Netflix girata quest'estate e disponibile tra la fine di quest'anno e l'inizio del 2024, ecco che Disney+ arriva prima con I Leoni di Sicilia, altra saga familiare tratta dall'omonimo bestseller del 2019 di Stefania Auci (casa editrice Nord), presentata nella sezione Freestyle della diciottesima Festa del Cinema di Roma e che debutterà il 25 ottobre su Disney+ con i primi quattro episodi, mentre i restanti quattro saranno disponibili dal 1° novembre.
I Leoni di Sicilia racconta la storia della famiglia Florio che inizia in Calabria dove i fratelli Paolo (Vinicio Marchioni) e Ignazio (Paolo Briguglia) sono due piccoli commercianti di spezie che emigrano in cerca di riscatto sociale. In Sicilia cercano di inventarsi un futuro mettendo a posto una bottega malmessa dando vita a un'attività florida che il giovane figlio di Paolo, Vincenzo (Michele Riondino), con le sue idee rivoluzionarie, trasformerà poi in un impero. Sul suo cammino l'incontro fatale con la dirompente Giulia (Miriam Leone). Dietro la macchina da presa c'è Paolo Genovese, anche produttore creativo della serie, che si è detto «molto sorpreso dalla lettura del libro dove i contrasti di un periodo e di una regione sono raccontati su diversi livelli che si intrecciano tra loro perfettamente».
Ci sono infatti, aggiunge, «i momenti dei moti rivoluzionari, dei Borboni, dell'arrivo poi di Garibaldi, dell'annessione al futuro Regno d'Italia. Contrasti fortissimi, tra una borghesia che cresce e che sta diventando una borghesia commerciale, potente e piena di soldi e una nobiltà che decade».
La serie, che vede nel cast anche Donatella Finocchiaro, Eduardo Scarpetta, Ester Pantano e Adele Cammarata, è prodotta, con un budget che si aggira sui 29 milioni di euro, da Francesco e Federico Scardamaglia per Compagnia Leone Cinematografica e da Raffaella Leone e Marco Belardi per Lotus Production. La sceneggiatura di Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo lavora molto in profondità anche sul personaggio di Giulia che, racconta ancora il regista, «cerca di affrancarsi da una società fortemente patriarcale con la sua personale rivoluzione». Vincenzo Florio verrà «travolto da questa passione incredibile che va contro gli interessi della famiglia perché tutti lo vorrebbero sposato con una nobile». Giulia Portalupi è milanese, figlia di un commerciante di zolfo, arriva al porto di Palermo e porta avanti gli affari che a una femmina sarebbero preclusi. Miriam Leone, che illumina di nuovo il palco della Festa del cinema di Roma dopo la presentazione del terzo capitolo di Diabolik, sembra essere in perfetta sintonia con il suo personaggio: «Sono innamorata di Giulia, della sua libertà di scegliere il proprio destino non solo per amore di un uomo ma proprio di se stessa. Una libertà straordinaria in un'epoca in cui, in alcuni luoghi, si veniva uccise per disonore mentre lei trova disonorevole vivere la vita che gli uomini, il patriarcato, il padre e i mariti decidono per lei».
Tanto che, ben prima della serie, aveva già letto il libro «che avevo regalato a mia madre e a mia zia dicendo che questo libro parla di noi. Mi emoziona molto pensare che questa donna fa parte dei nostri avi e che ha lottato anche per me, per noi, una generazione di donne che oggi hanno la fortuna di essere libere, non tutte e non in tutti i luoghi del mondo. Ecco dedico questo mio lavoro a tutte le donne che ogni giorno continuano a combattere contro una società che a volte non le ascolta e che cerca di annientarle».
A chiudere tutti gli otto episodi della serie la canzone Durare di Laura Pausini (anche nella versione spagnola selezionando l'audio su Disney+) che
aveva già avuto modo di sottolineare, sui social, «il forte legame col significato del testo perché la storia di questa famiglia è fatta di legami, relazioni intense, che resistono al passare del tempo e si fortificano».
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