Aggiornamento del marzo 2015
In relazione ai fatti narrati nell’articolo sottostante, si precisa che non corrisponde al vero l’incompatibilità del dottor Tepedino a ricevere incarichi. Inoltre il Dottor Tepedino mai ha ricevuto incarichi professionali dalla Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma. Per tali circostanze la Procura della Repubblica di Perugia ha aperto un’indagine, conclusasi con archiviazione (accolta dal gip) non ravvisando nell’operato del dottor Tepedino alcun reato.
Roma - Nomi, incarichi, consulenze. E tante coincidenze. A margine dell’ingarbugliata questione del patrimonio di Alleanza nazionale «commissariato» dal tribunale di Roma dopo che lo stesso presidente di tribunale, su una questione pressoché identica, mesi prima s’era invece espresso contro i ricorrenti finiani, esplode una grana mica da poco. Che oltre all’alto magistrato Paolo De Fiore si porta dietro l’avvocato Giuseppe Tepedino, uno dei due ispettori (violentemente attaccati dagli ex An- Pdl) che ha certificato il presunto buco di bilancio di 26 milioni di euro e che poi è stato nominato anche commissario liquidatore.
L’avvocato ispettore, secondo un’interpellanza del senatore Idv Elio Lannutti-pubblicata il 7 febbraio,il giorno precedente l’uscita sul Giornale dell’inchiesta della procura di Roma - «è coniugato con la signora Maria Rosaria (...) addetta con funzioni direttive alla cancelleria della presidenza del tribunale di Roma». Il marito della segretaria del giudice De Fiore «sarebbe intimo del presidente De Fiore, per frequentazioni giornaliere sia private che pubbliche». E pur essendo iscritto all’ordine degli avvocati di Potenza «quindi in condizioni di incompatibilità ad assumere incarichi conferiti da organi giudiziari di altri distretti di Corte d’appello (regola ben nota ai presidenti delle varie sezioni che non possono assegnare incarichi di vario genere a professionisti iscritti ad albi di altro distretto)» Tepedino si sarebbe visto assegnare ( dal superiore di sua moglie) incarichi per milioni di euro. «Un accumulo di così tanti lucrosi incarichi da parte del presidente del tribunale di Roma» che a detta di Lannutti «sta provocando uno strepitus fori nel tribunale e tra gli avvocati con evidenti possibili profili di violazione di norme penali e disciplinari ».
Lannutti, fondatore di Adusbef, fa esempi concreti: «La presidenza del Tribunale di Roma ha conferito a Giuseppe Tepedino svariati incarichi, tra i quali: nel 2009, quello di commissario liquidatore dell’Imaie ( Istituto per la tutela di diritti degli artisti, interpreti, esecutori) con provvedimento del presidente del Tribunale di Roma, dottor De Fiore, con un compenso prestabilito di un milione di euro, oltre a oneri di legge e rimborso spese». Poi, nel 2011, «di commissario liquidatore dell’Ipi (Istituto per la promozione industriale), già agenzia governativa del ministero dello Sviluppo economico di consulenza per le imprese, sempre con provvedimento del presidente del Tribunale di Roma, dottor De Fiore».E ancora, quest’anno, «di commissario liquidatore della Fondazione Anni Verdi, sempre con provvedimento del presidente del Tribunale di Roma. Numerosi altri incarichi di legale di procedure liquidatorie e concorsuali attribuitigli da giudici della sezione fallimentare del Tribunale di Roma », da solo o insieme a una collega di studio.
«A ciò vanno aggiunti - conclude Lannutti - diversi remuneratissimi incarichi di arbitro in procedure arbitrali, con funzioni di
presidente del collegio, su nomina del dottor De Fiore». Di questi ultimi «non si conosce il numero e l’importanza,essendo tutti i fascicoli inerenti chiusi in armadio». Chi ha la chiave? «La moglie, dirigente la cancelleria».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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