La battaglia in corso ad Aleppo tra le forze del regime di Bashar Al Assad, sostenute dall’aviazione russa, e gli Hezbollah libanesi e le forze eterogenee del fronte dei ribelli non è soltanto l’ennesima e drammatica pagina del conflitto siriano ormai in atto dal 2011. L’offensiva lanciata dai ribelli lo scorso 30 – 31 luglio ha come obiettivo quello di rompere l’assedio delle forze governative alla città di Aleppo il cui controllo, con il passare dei giorni, si va sempre più connotando di significati strategici per le sorti del conflitto
Bashar al Assad
Un reporter di al Jazeera ad Aleppo si commuove per le condizioni dei bambini che vivono nei quartieri controllati dai ribelli. Ma solo nelle ultime 48 ore sono stati 40 i civili uccisi negli attacchi lanciati dagli stessi ribelli contro i quartieri governativi
È una delle notizie forse più importanti nell’ambito della guerra in Siria, anche se passata sottosilenzio: l’esercito siriano ed i curdi del SDF sono riusciti nella giornata di mercoledì a ‘tagliare’ la Castillo Road, ossia la tangenziale di Aleppo, e forse questo episodio è quello che nei mesi prossimi può dare la svolta decisiva per la conquista dell’ex capitale economica siriana e quindi in generale per tutto il conflitto nel paese asiatico
La proposta è stata fortemente sponsorizzata dai russi, ma è stata portata avanti dal presidente siriano Bashar Al Assad. Il piano per spodestare il governo siriano è definitivamente naufragato dopo l’intervento dell’aviazione e delle forze speciali russe lo scorso settembre.
Si allarga la cerchia di chi sospetta Erdogan di “autogolpe”. Troppe le cose che non tornano, così anche il presidente della Repubblica Araba di Siria Bashar al Assad – in occasione della riunione di ieri a Damasco con la delegazione del Fronte Arabo Porgressista (Fap) – ha concentrato la sua attenzione sugli evidenti benefici che il putsh fallito ha comportato per il sultano della mezzaluna
In questi giorni le foto di Aleppo e di Damasco prima e dopo la guerra hanno fatto il giro del web. Da una parte tutto lo splendore della Siria pre-rivoluzione
“Refugees welcome”. La scritta colorata che dà il benvenuto ai rifugiati nel cuore di Berlino
Casa sua è in mezzo a un bosco, alle porte di Berlino. Lasciando alle spalle i grigi, alti e imponenti palazzoni della parte est della città si arriva nelle verdissime pianure del Brandeburgo: l’architettura sovietica fa immediatamente spazio a prati rigogliosi e a fitte foreste, intervallate solo da sporadiche fila di casette a schiera dai tetti appuntiti, ognuna circondata da orti e alberi da frutto che vengono raccolti da anziane signore, alcune delle quali portano un foulard in testa
Sarebbero almeno quattro i programmi di assistenza attualmente in corso in Siria ad opera dellevarie agenzie e dipartimenti degli Stati Uniti