L'operazione Postmaster e la "Guerra sporca" di Churchill: la storia dietro il film Guy Ritchie

Le prodezze temerarie dell'esercito privato di Churchill, incaricato di colpire i nazisti dietro le linee, diventano un film di Guy Ritchie ne "Il ministero della guerra sporca". Questa è la vera storia dell'Operazione Postmaster e del Soe

L'operazione Postmaster e la "Guerra sporca" di Churchill: la storia dietro il film Guy Ritchie

Quando il cinema affronta le storie di guerra è sempre difficile scindere la finzione dalla realtà. Eppure, quando si parla dei servizi speciali britannici e dei loro egocentrici ufficiali, gli sceneggiatori non devono mai impegnarsi troppo: perché la realtà supera la finzione, e la temerarietà sconfina spesso, e non poco, verso il punto di non ritorno stabilito dal comune "buon senso". È questo il caso dell'operazione che prese il nome in codice di "Postmaster" condotta dallo Special Operations Executive (Soe), l'esercito privato di sabotatori, infiltrati e pazzi di guerra voluto dal primo ministro britannico Wiston Churchill, alla base delle vicende narrata in "The Ministry Of Ungentlemanly Warfare", la guerra sporca raccontata dal film di Guy Ritchie.

La vera operazione del SOE

Intrapresa dalla cosiddetta "Maid Honor Force", dal nome dell'ex peschereccio Brixham scelto per raggiungere la temeraria meta, un gruppo di agenti del Soe comandanti dal maggiore Gustavus Henry March-Phillipps, ideatore del No. 62 Commando, precursore dello Special Air Service e ispiratore del giovane ufficiale del servizio informazioni della Royal Navy Ian Fleming, l'Operazione Postmaster aveva come obiettivo il sabotaggio delle linee di rifornimento degli u-boot nazisti e delle basi clandestine che gli concedevano riparo nel Golfo di Guinea per rendere meno pericolose le rotte percorse dai mercantili Alleati dalle Americhe e dal Sud Africa al Regno Unito.

Dopo le prime "segnalazioni" che u-boot stavano utilizzando gli estuari dei fiumi nell'Africa equatoriale francese di Vichy come basi di rifornimento nel 1941, un'unità di commando inglesi selezionata per Small Scale Raiding Force, ossia per condurre raid e incursioni in scala ridotta era stata formata per lavorare in stretta collaborazione con lo Special Operations Executive, o Soe, un'organizzazione clandestina e segreta composta da militari britannici e agenti reclutati tra gli esuli stranieri per condurre operazioni di spionaggio, sabotaggio e intelligence nell'Europa occupata dai nazisti e ovunque altro servisse.

Appena i commando di March-Phillipps passarono sotto il controllo del Combined Operations Headquarters, gli fu affidata la missione segreta ed estremamente delicata, di condurre il peschereccio a vela dal porto di Poole, costa meridionale del Dorset il 9 agosto del 1941, e dirigere verso l'Africa occidentale con un equipaggio di soli cinque uomini sotto March-Phillipps mentre il resto del commando No.62 , cinquantacinque uomini in tutto, li anticipava a bordo di una nave militare diretta a Freetown, in Sierra Leone.

A settembre la nave civetta di March-Phillipps non aveva ancora trovato traccia delle basi clandestine degli u-boot e nessuna delle "incursioni" negli estuari e nei delta fluviali della costa Africana aveva portato risultati. Fu allora che gli agenti del Soe appresero che "tre navi dell'Asse" operavano nel porto di Santa Isabel sull'isola spagnola di Fernando Po, territorio formalmente neutrale controllato da Madrid vicina alle forze dell'Asse, 30 chilometri a largo dalla costa africana al confine tra Nigeria e Guinea.

Obiettivo Santa Isabel

Obiettivo dell'incursione sarebbero state la nave mercantile italiana Duchessa d'Aosta da 8.500 tonnellate, il rimorchiatore di grande dimensioni Likomba e la chiatta Bibundi, entrambe navi tedesche. Secondo la storia vera, la Duchessa d'Aosta non rappresentava una minaccia per il suo carico, ma per la possibilità di segnalare via radio la presenza e le coordinate dei convogli che incrociava di cui i branchi di lupi di u-boot nazisti sarebbero andati a caccia. Non era comunque escluso che la nave potesse trasportare, nel caso specifico, anche armi o munizioni.

Diversamente da quanto esposto nel film, l'Ammiragliato britannico approvò inizialmente l'operazione, nonostante si trattasse di porto neutrale, il 20 novembre 1941. La forza di incursione contò su 32 uomini: quattro agenti Soe, 11 commando del No.62 e 17 uomini reclutati dalla popolazione locale. I "problemi burocratici" vennero sollevati, in verità, dal generale Sir George Giffard, comandante militare britannico nell'Africa occidentale che si rifiutò di dare il suo supporto alla missione, rischiando di compromettere l'intera operazione che - legalmente - poteva passare per un atto di pirateria. Per tale ragione l'Ammiragliato sospese "Postmaster" fino al 6 gennaio 1942, quando Foreign Office concesse nuovamente il benestare a patto che non ci fossero "prove tangibili del coinvolgimento britannico".

La Royal Navy ricevette l'ordine di inviare una corvetta, la Hms Violet per "intercettare" le navi dell'Asse che sarebbero state dirottate in alto mare. Importante, come espresso dalla pellicola di Guy Ritchie, il ruolo dell'agente del Soe Richard Lippett, cui era stato assegnato un impiego di copertura presso la compagnia di navigazione John Holt & Co. di Liverpool che possedeva un ufficio commerciale sull'isola. Fu Lippett in vero ad pianificare i dettagli del raid dopo aver studiato l'isola e aver ottenuto informazioni sull'equipaggio della Duchessa d'Aosta che non disdegnava le feste danzanti e la vita "mondana" che si consumava sulla piccola isola spagnola.

L'incursione per catturare la Duchessa

L'incursione vera e propria nel porto di Santa Isabel ebbe luogo alle 23.15 del 14 gennaio 1942 sotto il commando diretto del capitano Graham Hayes e durò appena 15 minuti mentre gli ufficiali della Duchessa d'Aosta erano a una cena appositamente organizzata da alcuni omologhi britannici, insieme a due ufficiali tedeschi del Likomba.

Una volta minate le ancore e catturati gli equipaggi senza spargimento di sangue, la Duchessa d'Aosta venne portata fuori dal porto dal rimorchiatore inglese Vulcan mentre un secondo rimorchiatore, il Nuneaton, trainava la Likomba. Le postazioni antiaeree a difesa del porto aprirono il fuoco su "bersagli ipotetici" nell'aria. Le esplosioni delle cariche piazzate dal commando sulle catene delle ancore erano state scambiate per "bombe" sganciate da aerei che nessuno aveva realmente sentito arrivare e visto nel cielo. I cannoni da 150 mm posti a difesa del porto non spararono un solo colpo.

La mano di uno scrittore, l'atto di pirateria e la fine di un eroe

Il Vulcan e il commando raggiunsero le coordinate del rendez-vous fissato con la nave inviata dall'Ammiragliato per essere "catturati per finta" dalla Hms Violet. Germania, l'Italia e Spagna reagirono con "veemenza" parlando apertamente di un "atto di pirateria". Le speculazioni che si diffusero sulla cattura delle navi muovevano accuse verso gli inglesi, gli americani, sovversivi spagnoli anti-franchisti, francesi contrari al governo collaborazionista di Vichy. Il tentativo di sollevare il caso da parte della stampa tedesca fu "neutralizzato" da quella britannica per mano di un ufficiale del servizio informazioni della Marina: quello stesso Ian Fleming che diverrà noto per altre operazioni particolari e per aver inventato James Bond.

La Maid Honor rimase a Lagos e venne venduta al governo della Sierra Leone. La Duchessa d’Aosta salpò per Greenock per essere gestita dalla Canadian Pacific con il nome di Empire Yukon e per conto del Ministry of War Transport. La Likomba venne gestita dalla Elder Dempster Lines che la ribattezzò Malakel e venduta alla Liberia nel 1948.

Il successo dell'operazione influì significativamente e positivamente sul Soe e la sua capacità di pianificare e svolgere operazioni segrete indipendenti. Una pratica che venne perseguita dal Comando Operazioni Combinate.

Il maggiore Gustavus Henry March-Phillipps rimarrà ucciso in azione durante l'Operazione Aquatint, raid sulla costa della Francia occupata dai tedeschi, lanciato nel settembre 1942 per "sollevare il morale degli alleati". L'operazione fallirà a causa di un errore dell'individuazione della spiaggia di sbarco di Sainte-Honorine-des-Pertes. È seppellito in Francia, in un paese vicino ai settori di sbarco americani scelti per lo sbarco in Normandia.

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