Il pizzo diretto al sostentamento del clan attivo Afragola e Casoria. Il questore: "Lotta alla camorra priorità delle priorità"
A conclusione di un'indagine coordinata dalla Procura di Napoli-Direzione distrettuale antimafia, personale del commissariato di Afragola ha dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti di 18 soggetti, a vario titolo indiziati di partecipazione ad associazione di stampo camorristica, estorsione (sia consumata che tentata), porto e detenzioni di armi, reati aggravati dalle modalità camorristiche. Le indagini hanno permesso di individuare l'articolazione che attualmente detiene il controllo delle attività illecite tra Casoria e Afragola, comuni a nord di Napoli. Sulla base di quanto è emerso, con le estorsioni si provvedeva al sostentamento della cassa del clan Moccia
Durante l’esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti 18 soggetti ritenuti affiliati al clan Moccia,, personale del Commissariato di Afragola, con il supporto del Reparto Prevenzione Campania e delle unità cinofile antidroga ed antiesplosivo dell’Ufficio Prevenzione Generale, ha effettuato un controllo in un appartamento apparentemente disabitato a Casoria e ha rinvenuto cartucce, hashish, marijuana, cocaina e materiale utilizzato per il confezionamento della sostanza stupefacente. Inoltre, sono stati trovati guanti da lavoro, 3 cappellini da baseball e 4 pettorine con la scritta “Polizia" simili a quelle in dotazione alla Polizia di Stato
L’indagine degli inquirenti rientra in una più ampia attività investigativa, cominciata dopo lo sfaldamento del clan camorristico Longobardi-Beneduce
L’uomo, ammazzato brutalmente dai sicari, era stato condannato in passato per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti
L’indagine delle forze dell’ordine ha consentito agli inquirenti di arrestare 19 persone e di ricostruire le metamorfosi avvenute all’interno dei gruppi criminali locali
Carabinieri e polizia hanno arrestato altri due soggetti per un omicidio commesso lo scorso aprile fuori da una scuola nel quartiere di San Giovanni a Teduccio
Altri due soggetti sono finiti agli arresti per l'omicidio commesso ad aprile scorso vicino a una scuola nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, a Napoli. La vittima, Luigi Mignano, stava accompagnando il nipotino quando fu ucciso a colpi di pistola. Un mese dopo, per quel delitto furono fermate 7 persone. Oggi nei confronti di altri due soggetti è stato eseguito un provvedimento cautelare. Nelle immagini il blitz di carabinieri e polizia
Gli indagati sono accusati di aver favorito la latitanza del boss Antonio Orlando, catturato l'anno scorso dopo 15 anni di ricerche