
La Storia è un uccello dalle ali frementi che, per spiccare il volo, può anche partire dal perimetro ristretto di una gabbia; e che cos’è la cornice di un quadro se non una «gabbia» dal cancello semiaperto? Lo puoi spalancare o chiudere, dipende dai casi e dalle convenienze. Lo ha capito bene Donald Trump che - quasi a voler ribadire la filosofia programmatica del suo «Mai arrendersi!» - ha affisso in bella mostra all’ingresso dello Studio Ovale una copia del «New York Post» con il mostro in prima pagina, cioè lui: «Deranged Donald» (Donald il folle). Il giornale esposto nell’anticamera del «salotto» emblema del potere Usa è datato 26 agosto 2023, vale a dire il giorno successivo al clamoroso arresto di Trump (durato poche ore e subito neutralizzato da una cauzione di 200 mila dollari) con l’accusa di aver tentato di «sovvertire» in Georgia il voto del 2020 che incoronò alla Casa Bianca Joe Biden, non ancora «Sleepy Joe» («L’assonnato Joe») diminutivo appioppatogli da Trump.
Quando Donald fu arrestato, la polizia come da prassi compilò la scheda con i suoi dati ("maschio bianco, alto 1.92 cm., peso 97 kg, capelli biodi, occhi blu") e gli scattò la famigerata triplice foto (di fronte, profilo destro e profilo sinistro): Trump si mise orgogliosamente in posa con la faccia truce; la stessa che poi finì su copertine e tv di tutto il mondo. Mai un presidente degli Stati Uniti era stato immortalato in modalità «crime». Non a caso quel clic è stato finora visualizzato in rete da 80 milioni di utenti. Ma Trump non se n’è mai vergognato, anzi. Ha addirittura scelto un’espressione analoga per l’immagine ufficiale in occasione del giuramento che ha sancito l’inizio del suo secondo mandato. Pochi giorni fa un ulteriore step, con la sua mugshot poliziesca, in versione «È la stampa, bellezza...», inchiodata sulla parete a pochi metri dalla scrivania di uno dei due uomini più potenti della Terra: l’altro è Putin, ma è difficile che a lui la Polijcia russa possa mai fare una foto segnaletica...
Il messaggio di Trump ostentato in quello scatto, che nessun ospite dello Studio Ovale non può non notare, è chiaro: io non ho paura di nessuno, non temo nessuno, a cominciare da chi pensa di processarmi o addirittura arrestarmi. Quanto in questo atteggiamento ci sia di arroganza caratteriale, onnipotenza politica, delirio di impunità (frutto di ricchezza finanziaria e consenso popolare) non è dato sapere, certo è che il «sense of dominance» di un leader globale si manifestarsi anche attraverso un braccio di ferro iconografico: proprio come quella di Donald con ghigno del boss.
In passato, se pur in un contesto ben diverso, un’analoga strategia di comunicazione fu usata anche da un altro personaggio «americano» che ha segnato un’epoca nell’evoluzione del continente a stelle e strisce. Ci riferiamo a Martin Luther King: un’icona dal profilo totalmente opposto a quello di Trump che però ha condiviso con il tycoon il destino comune della foto segnaletica. Il leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani fu arrestato infatti il 3 settembre 1958 per resistenza alle forze dell’ordine. Lo scatto che lo ritraeva con il numero da galeotto «7089» sparì misteriosamente fino alla morte di Luther King avvenuta i 4 aprile 1968 per riapparire, altrettanto misteriosamente, dal cassetto di uno sceriffo dell’Alabama: sulla foto la scritta inquietante «Dead». In tanti volevano la morte di quel pastore protestante che rivendicava «l’uguaglianza tra bianchi e neri».
Ma la foto segnaletica più originale rimane quella di Jane Fonda che nel 1970 fu arrestata per aver dato un calcio a un poliziotto durante una manifestazione contro la guerra in Vietnam.
Al momento dello scatto fotografico nella centrale di polizia di Cleveland con al collo il cartellino «n.139813», l’attrice sollevò il braccio destro stringendo il pugno: rappresentazione plastica di un’ideologia. E pure questa, nel suo genere, è un’immagine storica. Ancora oggi apprezzatissima dalla Hollywood di sinistra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.