Il Pd fa un favore a Meloni, un bacio spacciato per violenza e Delmastro: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la condanna di Rubiales sul caso Hermoso, la guerra in Ucraina e il caso Cospito

Il Pd fa un favore a Meloni, un bacio spacciato per violenza e Delmastro: quindi, oggi...

- C’è modo e modo di avere opinioni diverse sulla guerra in Ucraina e sulle mosse di Trump. E si sta rivelando plasticamente nelle reazioni del centrodestra e del centrosinistra in queste ore. Da una parte Salvini, Meloni e Tajani che, al netto delle differenze, cercano un punto di incontro. Dall’altra Conte, Schlein, Pedullà, Picerno e tutti gli altri che si scannano senza esclusione di colpi. Ecco perché al momento nessuna “alternativa” esiste a questo governo.

- Mattia Feltri loda la presenza delle correnti nel Pd che “animano il dibattito interno e armano le sante lotte di potere”. Vero, le correnti dem sono utilissime. A Giorgia Meloni.

- A chi chiede a Meloni di prendere le distanze dalle dichiarazioni di Donald Trump bisognerebbe spiegare la psicologia di The Donald, che non possiamo considerare “normale”. Come Zelensky ha provato sulla sua pelle, criticare l’inquilino della Casa Bianca porta solo ad una reazione uguale e contraria del Tycoon, che finisce col definirti “dittatore”, “patetico” e mezza calzetta. Ecco perché per fare gli interessi dell’Italia è forse meglio far buon viso a cattivo gioco. In fondo non mi pare che nessuno abbia mai fatto notare a Biden che era un vecchio rimbambito prima che il Partito Democratico Usa lo scaricasse. Eppure era chiaro da tempo.

- Nathalie Tocci, sulla Stampa, sostiene che l’Europa dovrebbe inviare truppe a sostegno di Kiev per non diventare “una colonia” degli Usa. Bello, a parole. Ma l’analisi fa a pugni con la realtà. Primo: le sanzioni, evocate dall’autrice, sono quasi inutili e a dimostrarlo ci sono tre anni di guerra che non hanno messo al tappeto Mosca. Secondo: l’Europa non riuscirebbe a mandare sufficienti forze di pace a Kiev perché non ne ha la disponibilità. Se lo facesse, scoprirebbe il proprio fianco e senza Stati Uniti a garantire la nostra sicurezza siamo sostanzialmente inermi. Dovremmo investire in armi, ma se non sbaglio l’acquisto di missili e bombe non è esattamente un argomento che piace a sinistra. O sbaglio?

- Sempre la Tocci: “È evidente che la trattativa Putin-Trump può al massimo portare ad una tregua instabile, apripista del prossimo round di guerra”. Oh, può darsi. Ma come invidio gli analisti che sanno tutto prima ancora che si firmi l’eventuale trattato di pace.

- Altra cosa che dovremmo ritenere insopportabile, in democrazia. Se abbiamo allargato l’Europa a Est, includendo Slovacchia e Ungheria, non possiamo poi escluderli dal tavolo della strategia in Ucraina solo perché sono “cavalli di Troia russi”. Cioè: possiamo dissentire, sia chiaro, ma se gli elettori ungheresi preferiscono Putin a Ursula von der Leyen come possiamo considerare illegittima la loro posizione, per quanto orripilante?

- Se poi vogliamo dirci che i Paesi membri dell’Ue hanno diritto ad esserlo solo finché votano in un certo modo ok, ne prendiamo atto. Ma non appare molto democratico.

- Stupendo. Leggo su Repubblica che la nuova stellina della Die Linke tedesca, Heidi Reichinner, è risalita nei sondaggi grazie alla “spinta di Tik Tok”. Quindi fatemi capire: se il social cinese favorisce un candidato filorusso rumeno, scandalo mondiale ed elezioni annullate; se invece “spinge” la sinistra tedesca, tutti zitti e muti. Sbaglio o c’è qualcosa che non torna?

- Tutto bello eh, questa Heidi. Pare che se riuscirà a superare la soglia di sbarramento allora romperà le uova nel paniera della Afd che non riuscirebbe a “costringere” la Csu/Cdu ad allearsi con loro. Però l’entusiasmo è un tantino esagerato. Parliamo pur sempre del 6% dei voti. Come Calenda e Renzi messi insieme, ecco.

- Due storie giudiziarie molto interessanti. La prima riguarda Andrea Delmastro Della Vedova, sottosegretario alla giustizia, condannato a otto mesi per aver rivelato al coinquilino Donzelli il contenuto di documenti del Dap che forse dovevano rimanere riservati. La stranezza? Sta tutta nel percorso giudiziario, più che nell’essenza stessa della condanna. La procura aveva infatti chiesto l’archiviazione, ma i giudici hanno imposto l’imputazione coatta. Poi a processo la procura ha chiesto l’assoluzione, ma il giudice lo ha condannato. Non so se si tratti di una “sentenza politica”, come dice FdI, ma certo fa strano.

- Resta il fatto che Demastro è stato condannato solo in primo grado e, considerato che per i pm andava assolto, mai come oggi dobbiamo dichiararci garantisti. Siamo solo al primo round, ce ne sono altri due e il giudice di appello, come spesso accade, può avere idee diverse da quello di primo grado.

- Seconda questione riguarda Luis Rubiales, l’ex capo della federcalcio spagnola, finito nella bufera per quel bacio alla calciatrice Jennifer Hermoso dopo la finale dei mondiali di calcio femminile. I giudici spagnoli lo hanno condannato a 20 euro al giorno di multa per 18 mesi, praticamente nulla, e lo hanno assolto dall’accusa di aver fatto pressione sull’atleta per chiudere rapidamente il caso. Secondo la toga il bacetto in campo sarebbe stata una sorta di aggressione sessuale perché non era consensuale, ma comunque di lieve entità. Infatti Rubiales non si farà manco un giorno di carcere e il risarcimento è stato ridefinito in 3mila micragnosi euro (da 50mila richiesti). Ho visto e rivisto il video, di nuovo, a mesi di distanza.

E torno a ripetere che sarà stato poco consono, forse fuori luogo, ma innocente, spontaneo e frutto dell’euforia. Parliamo di un bacetto, non di una violenza sessuale. Non di una limonata. Non di una palpata di sedere o di seno. E non sarà la condanna, peraltro decisamente irrisoria, a farmi cambiare idea.

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