
Le belle notizie lo sono sempre a metà. Infatti sul fronte dell'evasione fiscale siamo felici di sapere che il governo ha recuperato la cifra record di 33,4 miliardi di euro nel 2024, somma mai raggiunta nella storia del Paese. Ma poi subentra lo sconforto quando pensiamo che purtroppo tutto ciò, per il cittadino, non si tradurrà né in maggiori servizi né in un abbassamento della «pressione fiscale», strana espressione che i politici usano per indicare lo strozzinaggio di Stato.
Il punto è che non è vero (ripetiamo: non è vero) che «se paghiamo tutti, pagheremmo meno». Se così fosse, oggi, dopo il mega-recupero delle tasse non pagate, ognuno di noi dovrebbe ricevere dall'Agenzia delle Entrate un bonifico corrispondente alla somma riguadagnata diviso il numero dei contribuenti. Cosa che non avverrà. Se paghiamo tutti, non pagheremo affatto di meno: semmai lo Stato avrà più soldi. Magari da sprecare. La prova è che da anni l'evasione diminuisce, le tasse no.
Ora. Noi non capiamo molto di economia. Ma qualcosa di storia sì. E sappiamo che nell'antichità la «decima» era la parte del reddito che il contadino doveva alla Chiesa. E la mezzadria è il contratto in base al quale il coltivatore cedeva la metà del raccolto al proprietario.
Stiamo parlando quindi di tasse comprese fra il 10 e il 50%, cosa per la quale nei manuali di storia si parla di «servi della gleba». Oggi paghiamo più del 50%, e ci chiamano contribuenti.No. Le tasse non sono «una cosa bellissima» come diceva quel tale. Che infatti le riscuoteva.
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